Confine

Migliaia di bottiglie di falso vino italiano vendute in Ticino

È quanto emerge dalla chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Asti. Nove le persone indagate, di cui cinque agli arresti domiciliari

(Archivio Ti-Press)
11 dicembre 2020
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54mila bottiglie di vino recanti il falso marchio di prestigiose etichette italiane sono state commercializzate negli ultimi quattro anni in Canton Ticino e altre 5mila sono state bloccate ai valichi di confine. Ne hanno dato notizia i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e del Nucleo Antifrodi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti e i carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo, ognuno per gli aspetti di propria competenza. Sono nove le persone indagate, di cui cinque sono agli arresti domiciliari e 4 hanno avuto per adesso l’obbligo di dimora.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti, complessivamente sono state effettuate 21 perquisizioni personali e domiciliari in quattro province del Piemonte e nelle province di Genova, Treviso, Pesaro-Urbino, Milano, Roma e Brindisi. Le accuse contestate in Italia sono di diverso tipo, a seconda delle singole posizioni degli indagati: associazione a delinquere, riciclaggio, auto-riciclaggio, contraffazione altri pubblici sigilli, frode nell’esercizio del commercio di bevande, contraffazioni d'indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e distruzione di scritture contabili nei confronti di un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani, organizzato a livello internazionale.

Provento illecito di quasi un milione di euro

L’attività investigativa ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati che imbottigliavano e commercializzavano il falso vino principalmente in Canton Ticino, ai danni di prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale. Scrivono gli inquirenti italiani in una nota relativa alle indagini: “Si è avuta la collaborazione dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Elvetica del Canton Ticino per i profili di competenza territoriale che ha permesso di evidenziare come il sodalizio abbia commercializzato, nel periodo 2016 – 2018 oltre 54mila bottiglie di vino contraffatto verso il mercato elvetico, tale da consentire un cospicuo provento illecito (nell’ordine di circa 932 mila euro), oltre a monopolizzare quel mercato, vendendo falsi vini pregiati, normalmente difficili da reperire, a prezzo assolutamente competitivo e in grande quantità".

Le indagini hanno consentito anche di sequestrare al confine con la Svizzera ulteriori 4884 bottiglie di vino contraffatto.