È quanto emerge dalla chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Asti. Nove le persone indagate, di cui cinque agli arresti domiciliari
54mila bottiglie di vino recanti il falso marchio di prestigiose etichette italiane sono state commercializzate negli ultimi quattro anni in Canton Ticino e altre 5mila sono state bloccate ai valichi di confine. Ne hanno dato notizia i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e del Nucleo Antifrodi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti e i carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo, ognuno per gli aspetti di propria competenza. Sono nove le persone indagate, di cui cinque sono agli arresti domiciliari e 4 hanno avuto per adesso l’obbligo di dimora.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti, complessivamente sono state effettuate 21 perquisizioni personali e domiciliari in quattro province del Piemonte e nelle province di Genova, Treviso, Pesaro-Urbino, Milano, Roma e Brindisi. Le accuse contestate in Italia sono di diverso tipo, a seconda delle singole posizioni degli indagati: associazione a delinquere, riciclaggio, auto-riciclaggio, contraffazione altri pubblici sigilli, frode nell’esercizio del commercio di bevande, contraffazioni d'indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e distruzione di scritture contabili nei confronti di un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani, organizzato a livello internazionale.
L’attività investigativa ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati che imbottigliavano e commercializzavano il falso vino principalmente in Canton Ticino, ai danni di prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale. Scrivono gli inquirenti italiani in una nota relativa alle indagini: “Si è avuta la collaborazione dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Elvetica del Canton Ticino per i profili di competenza territoriale che ha permesso di evidenziare come il sodalizio abbia commercializzato, nel periodo 2016 – 2018 oltre 54mila bottiglie di vino contraffatto verso il mercato elvetico, tale da consentire un cospicuo provento illecito (nell’ordine di circa 932 mila euro), oltre a monopolizzare quel mercato, vendendo falsi vini pregiati, normalmente difficili da reperire, a prezzo assolutamente competitivo e in grande quantità".
Le indagini hanno consentito anche di sequestrare al confine con la Svizzera ulteriori 4884 bottiglie di vino contraffatto.