Italia

Quattro anni per l'omicidio dell'ultrà del Varese

Un'altra condanna per i fatti del 26 dicembre 2018 fuori da San Siro a Milano, in cui rimase ucciso il tifoso che aveva ditta in Gambarogno

(Un fermo immagine dell'incidente - Ansa/Polizia di stato italiana)
30 novembre 2020
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Quattro anni di carcere per omicidio stradale. È la condanna inflitta a Fabio Manduca, l'ultrà napoletano accusato di aver travolto e ucciso con il proprio Suv un 35enne ultrà del Varese – tifoseria gemellata con l'Inter – morto negli scontri del 26 dicembre 2018, poco lontano dallo stadio di San Siro, prima della partita fra Inter e Napoli.

La vittima, sposata, due figli, residente a Varese, era conosciuta anche in Canton Ticino. Era uno dei due soci di un'azienda attiva nel settore “Pavimentisti/piastrellisti”, con sede a Contone, frazione di Gambarogno. La sentenza è stata pronunciato dal Gup di Milano Carlo Ottone De Marchi. Per il quarantenne i pm di Milano Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri avevano chiesto la condanna decisamente più pesante rispetto a quella inflitta, ovverosia 16 anni, per omicidio volontario. Manduca, giudicato con il rito abbreviato, ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena.

Lo scorso settembre, nel processo di secondo grado, i giudici di Milano avevano condannato a 3 anni di reclusione un architetto milanese, capo ultrà della curva dell'Inter, per rissa aggravata, lesioni e getto pericoloso di oggetti. L'architetto risulta pure essere titolare di un'azienda locarnese che si occupa di “lighting design”. Arrestato e scarcerato, l'uomo aveva trascorso la giornata di Natale assieme all'uomo travolto e ucciso dal Suv.