A causa di lavori stradali, la rete è aggirata e 11 milioni di litri di liquami finiranno nel Verbano
Anche se in un mese a Luino entreranno nel Lago Maggiore quasi 11 milioni di litri di scarichi proveniente dalla rete fognaria dei territori di Colmegna alta, non ci sono pericoli per l'ecosistema del Verbano. O meglio ci sono, ma non sono così gravi da giustificare una spesa, che stando al neo sindaco di Luino Enrico Borghi, potrebbe arrivare a mezzo milione di euro; perciò i lavori per la messa in sicurezza dei viadotti lungo la statale 394 che collega il luinese con la dogana di Zenna-Dirindella (confine italo-svizzero) possono riprendere. Questa la conclusione a cui è giunta ieri la conferenza dei servizi che si è riunita a Palazzo Serbelloni, sede del comune di Luino. All'incontro hanno partecipato Regione Lombarda, Arpa (agenzia regionale per la protezione dell'ambiente), Ato (autorità d'ambiente Varese), Anas (che aveva deciso lo stop ai cantieri) e l' Associazione pescatori Alto Verbano, che nei mesi scorsi aveva sollevato il problema dello sversamento di liquami nel lago, attraverso un by pass, in notevole quantità. La stima è basata sul fatto che per consentire i lavori sui viadotti per quasi un mese si dovrà bypassare la rete fognaria, scaricando nel lago. Regione e Arpa Lombardia, dopo una valutazione del caso, sono arrivate alla conclusione che una diluizione nel lago di un litro di reflui, su mille-duemila litri d'acqua, non possono giustificare spese così elevato di denaro pubblico, come prevedevano le soluzioni prospettate, come l'aspirazione dei reflui, mediante autocarri con bottini (180 mila euro).