Reazioni da parte delle autorità per non aver incluso Maslianico, Valmara e Camedo. 'Ci sono frontalieri di serie A e di serie B'
C'è delusione oltreconfine per la mancata riapertura dei valichi di Maslianico, Valmara e Ponte Ribellasca. ''Per la Svizzera ci sono frontalieri di serie A e di serie B'', è stato il commento di politici e amministratori che da settimane si battono per la riapertura di (quasi) tutte le dogane minori. ''Non comprendiamo i motivi per cui sono stati riaperti solo i tre valichi del Varesotto e non quelli del Comasco e della Valle Vigezzo''.
Dure le parole di Mario Pozzi, sindaco di Centro Valle Intelvi: ''La Svizzera dimostra di aver dimenticato i frontalieri comaschi, soprattutto gli intelvesi, che sono un migliaio. Sembra una presa in giro. Anzi, un’umiliazione nei confronti degli oltre mille frontalieri intelvesi, che continuano a essere obbligati a passare il confine da Como o da Valsolda: ciò significa percorrere una trentina di chilometri in più lungo strade non agevoli e allungare di un paio d'ore al giorno il tempo trascorso in macchina. Quindi, la dogana di Valmara deve essere al più presto riaperta', si rilancia. A quanto pare le ragioni del mancato via libera per il valico che passa da Arogno sono da ricercare nella carenza di personale.
Sulla dogana di Ponte Ribellasca-Camedo c'è la reazione di Paolo Giovanola, presidente dell'Unione montana Valle Vigezzo: ''Prendiamo atto della decisione della Svizzera di aprire da lunedì tre valichi, ma sinceramente ci aspettavamo uguale trattamento anche per Camedo. La situazione è problematica per i nostri frontalieri, i quali da lunedì avranno anche un nuovo disagio, con l'avvio dei lavori di riasfaltatura della strada della Cannobina. Auspichiamo che la Svizzera prenda in considerazione urgentemente la possibilità di riaprire Camedo. Chiediamo inoltre alla Provincia di agevolare il più possibile il transito dei frontalieri in Cannobina, con l'impiego dei movieri e non dei semafori".