Spaccio di droga nei boschi tra Valganna e Valmarchirolo

Quarant'anni di carcere e decine di migliaia di euro di multa per lo spaccio di droga nei boschi tra Valganna, Valmarchirolo, Valcuvia e Valtravaglia, tutti a ridosso del Canton Ticino. Un redditizio mercato della droga, che vede fra i suoi numerosi clienti molti ticinesi (oltre duecento quelli identificati e segnalati alla Prefettura di Varese, per le misure amministrative previste per i tossicodipendenti). Il processo in sede di udienza preliminari in Tribunale a Varese si  è concluso venerdì con otto patteggiamenti, sei condanne con rito abbreviato e sei rinvii a giudizio. Per quest'ultimi il processo in aula è previsto il prossimo 8 maggio. Solo tre dei sei imputati saranno in aula, gli altri in quanto latitanti saranno processati in contumacia. Quello dello scorso venerdì è stato il primo atto del processo per l'operazione Maghreb, l'indagine dei carabinieri di Luino che, lo scorso febbraio, coinvolse venti persone, tra italiani e nordafricani, 14 dei quali finirono in carcere (alcune lo sono ancora oggi) altri sono ai domiciliari. I militari stroncarono un giro di stupefacenti gestito soprattutto da gruppi di spacciatori nordafricani (sette marocchini e un egiziano) che si avvalevano anche di italiani, spesso clienti che per assicurarsi una dose facevano da tassisti per i capi. Si parla di cocaina, eroina e hashish. Le pene inflitte a Varese vanno da un minimo di un anno e dieci mesi a un massimo di 4 anni e 9 mesi, oltre a multe tra ottomila e trentamila euro. Nel blitz di undici mesi fa vennero impegnati oltre cento carabinieri, che smantellarono le "tende dello spaccio" tra Val Marchirolo, Valganna, Valcuvia e Valtravaglia, sequestrando sette chili di droga.