La deputata del Pd Chiara Braga sulle prospettive per l'enclave con il nuovo governo in Italia
Dopo lo tsunami che da oltre un anno si è abbattuto sull’enclave, mettendo in ginocchio la comunità campionese, alle prese con una situazione inimmaginabile sino a pochi anni fa, con il Pd al governo sono prevedibili novità per Campione d’Italia, il cui futuro è nelle mani dei palazzi romani della politica?
Risponde Chiara Braga, parlamentare comasca del Partito democratico, che nei mesi scorsi ha presentato numerose interpellanze, rimaste senza riposta. «Innanzitutto, constato che dal momento della dichiarazione di dissesto finanziario del comune e della chiusura del casinò, ed è passato oltre un anno, non c'è stata una sola soluzione ai molteplici problemi aperti. Questo perché nulla è stato fatto. Sia sul fronte dei dipendenti del Comune che su quello della casa da gioco. Soprattutto da parte della Lega, che con Salvini, controllando il Viminale, responsabile degli enti locali, disponeva degli strumenti per risolvere i problemi del comune. Non si è tenuto conto delle specificità del comune di Campione d’Italia. Occorre ripensare ad una pianta organica adeguata a garantire i servizi ai cittadini». Quindi? «È necessario prevedere una modifica alla legge che per i comuni in dissesto finanziario fissa la pianta organica. Ed è quanto avevo sollecitato, così come hanno fatto i sindacati, senza ottenere alcuna risposta». Modificare una legge significa tempi lunghi? «Ma non si può fare altrimenti. Il fatto è che si è perso troppo tempo». Insomma, con il nuovo governo è corsa contro il tempo per cercare di dare certezze ai campionesi, compresa la riapertura del casinò, unico volano per sperare nella ripartenza dell’economia dell’enclave? «Non sono in grado di fare previsioni, e men che meno promesse in quanto come nuovo governo siamo in attesa dell'approvazione da parte del parlamento. Poi, occorrerà mettere la testa in quanto sino ad ora è stato fatto, o meglio non è stato fatto. Ma già da ora ritengo che anche per il casinò sarà necessario modificare la legge sulle case da gioco, prevedere anche la partecipazione delle società private. Per Campione d’Italia occorre razionalizzare la partecipazione alla società di gestione, prevedendo un ruolo da parte della Regione Lombardia. A questo proposito non mi risulta siano stati fatti passi concreti». Quella di una società allargata alla Regione Lombardia, con la previsione di affidare la gestione a privati, e interessamenti non mancano, è una delle due soluzioni prospettate da Massimo Bruschi, il commissario straordinario incaricato dal precedente governo di individuare la via d’uscita migliore, quella finanziariamente meno pesante per le risorse pubbliche.