È la strada più sostenibile, indica al Ministero degli interni, ma serve una deroga alla legge entro fine anno
La strada più rapida, ma per niente facile per riaprire il Casinò di Campione d'Italia, chiuso dal 27 luglio dello scorso anno, è quella di appaltare a privati la gestione della casa da gioco. Questo "offre l'indubbio vantaggio di ridurre drasticamente il fattore investimento, non essendo richiesta la costituzione di una nuova società di gestione, rimanendo in carico al solo Comune di Campione d'Italia l'attività di concessione della gestione del servizio, ovvero la società di gestione a partecipazione pubblica verrebbe costituita con il solo onere di gestire il rapporto concessorio con l'aggiudicatario del servizio, con un impegno finanziario minimo'' sostiene Maurizio Bruschi, commissario straordinario, nella relazione conclusiva consegnata al Ministero dell'Interno di Roma. La soluzione che sembra farsi preferire al rilancio della vecchia società (tempi non inferiori a 2/3 anni e impegno finanziario superiore ai 50 milioni di euro) e alla costituzione di una nuova società ( 15/20 milioni di euro il costo dell'operazione) e potrebbe trovare ''consolidamento giuridico'', aspetto non secondario, da una norma di legge che indichi finalità e limiti. Il commissario straordinario indica la strada da seguire, suggerendo uno schema: ''Ai fini del superamento delle difficoltà socio-occupazionali del comune di Campione d'Italia, dovuto alla crisi della società di gestione della casa da gioco, il Ministero dell'Interno, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 10 bis del decreto legge 10 ottobre 2012, convertito nella legge 7 dicembre 2012, può autorizzare il comune di Campione d'Italia ad affidare a terzi, con procedura di gara ad evidenza pubblica, la concessione del servizio di gestione della casa da gioco in modo che risulti remunerato il capitale investito dall'ente pubblico e siano assicurate risorse finanziarie necessarie per il pareggio di bilancio''. Una possibile soluzione che Bruschi motiva con il fatto che ''nel periodo trascorso presso il comune di Campione d'Italia ho potuto riscontrare, in più riprese, sia con incontri che per corrispondenza, il forte interesse manifestato da operatori economici italiani e stranieri per la gestione del casinò, anche come fulcro per uno sviluppo del territorio coinvolgente considerevoli investimenti privati''. A questo punto la palla è nelle mani del Viminale che nel periodo in cui era ministro Salvini non ha mostrato interesse per il casinò dell'enclave. Il tempo a disposizione per una decisione continua a restringersi, considerato che la scelta dovrà essere fatta entro la fine dell'anno in quanto dovrà essere inserita nella legge di bilancio, così come era stato un anno fa con l'emendamento che aveva portato alla previsione di un commissario straordinario poi indicato in Maurizio Bruschi. Negli ambienti del Ministero dell'Interno si dice che ''qualcosa si sta muovendo''.