Confine

Se Campione piange, Saint Vincent non ride

La casa da gioco valdostana sta attraversando la medesima crisi che ha portato alla chiusura del Casinò dell'enclave sul Ceresio

La casa da gioco valdostana (da Web)
7 settembre 2018
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Se Campione d'Italia piange, e i motivi sono stranoti, anche dopo che sembra essersi aperto qualche spiraglio, per riportare il ''sistema Campione'' sulla giusta via, Saint-Vincent non ha motivi per ridere.

Il Casinò de la Vallée è sull'orlo del baratro finanziario. La casa da gioco valdostana è a un passo del fallimento. I motivi sono sostanzialmente identici a quelli che lo scorso 27 luglio hanno portata alla chiusura della 'cattedrale laica' progettata da Mario Botta. I due casinò hanno in comune anche il fatto che, ovviamente in tempi differenti, sono stati guidati dalla stessa persona, l'avvocato Giulio di Matteo, presidente a Campione dal 2012 al 2014 e Amministratore in carica ad Aosta dal marzo dello scorso anno a oggi. Il collegio sindacale in una nota inviata all'assemblea dei soci (Regione Val d'Aosta e Comune di Saint-Vincent) scrive che ''sussistono incertezze in tema di continuità aziendale per le forti criticità riferibili alle capacità dell'azienda di far fronte ai pagamenti'. 

Il casinò è già al centro di un'inchiesta della Corte dei Conti e della Guardia di finanza sui maxi finanziamenti pubblici per 140 milioni di euro ricevuti dalla Regione autonoma. Nell'ambito dell'inchiesta lo scorso marzo sono stati bloccati beni a 21 ex consiglieri regionali tra cui l'ex presidente Augusto Rollandin. Il collegio sindacale nella sua presa di posizione boccia il piano di ristrutturazione aziendale (così come fatto Angela Pagano commissario liquidatore mandata in riva al Ceresio, determinando il fallimento del Casinò) in quanto (il piano) ''non si è dimostrato idoneo a evitare l'aggravarsi della crisi, a correggere gli effetti e a eliminare le cause''. C'è anche d'aggiungere che le banche valdostane hanno fatto un passo indietro, chiudendo i rubinetti del credito.  Insomma, cronache che si assomigliano a conferma della criticità delle case da gioco italiane. Si salva Venezia che anche in agosto ha aumentato gli incassi, soprattutto quello dei tavoli verdi, a conferma che oltre a Lugano e Mendrisio,  anche il Casinò lagunare  trae beneficio  dalla chiusura della casa da gioco dell'enclave che per mancati incassi ha perso 10 milioni di euro.