Il giovane talento berlinese che canta, suona la batteria e balla tip tap si esibisce venerdì al Teatro del Gatto con il suo trio
Il Jazz Cat Club ospita il trio del giovane David Hermlin, batterista, cantante e ballerino di tip tap di grande talento. Domani, venerdì 27 dicembre, alle 20.30 al Teatro del Gatto di Ascona Hermlin, accompagnato da Sascha Kommer al pianoforte e Lorenzo Baldasso al clarinetto, riproporrà l'energia travolgente e il fascino senza tempo del jazz degli anni Venti e Trenta.
Biglietti alla cassa serale o su jazzcatclub.ch.
David Hermlin, benvenuto ad Ascona, che tu conosci bene…
Oh sì, con la mia famiglia ho trascorso innumerevoli estati ad Ascona e Locarno. Conosco il posto in lungo e in largo. Solo che questa volta c'è una differenza: non sono mai stato ad Ascona in inverno! Spero che il nostro ristorante preferito, il Nostrana, sia aperto… Se sì, mio padre sarà molto invidioso.
Passiamo alla musica. Come riesci a combinare le tue diverse passioni – batteria, tip tap e canto – in una performance dal vivo? Quale di queste espressioni artistiche senti più vicina a te?
Durante il concerto non sto fermo un attimo. Suono la batteria, corro al microfono per cantare, torno alla batteria, scatto come una molla quando è il momento del tip tap. Con tutta questa attività sul palco, non ho bisogno di fare jogging ogni mattina! Difficile però dire che cosa ami di più. Adoro cantare, ma la batteria è lo strumento che suono da più tempo ed è una parte fondamentale di me.
La tua musica è radicata nella tradizione jazz e swing: come riesci a darle un tocco personale e moderno per connetterti con il pubblico di oggi?
Cerco di suonare, cantare e ballare nel modo più autentico possibile, proprio come negli anni Trenta. Tuttavia, non voglio limitarmi a imitare, perché all’epoca nessun artista lo faceva: ciascuno puntava a esprimere il proprio stile personale. Questo è ciò che cerco di incarnare anch’io. Sono me stesso, non Chick Webb, Gene Krupa o Jo Jones. L'ispirazione, però, è sempre stata una parte fondamentale del processo creativo, e io la accolgo per rendere la mia musica unica e connessa al pubblico di oggi.
Parlaci del tuo trio. Cosa può aspettarsi il pubblico da questo concerto? Ci saranno sorprese o momenti speciali?
Tutto il concerto sarà una sorpresa nel senso che in tanti si stupiranno dalla forza di questo trio. Sascha Kommer è uno dei più coinvolgenti pianisti di swing, stride e boogie-woogie che conosca. E conosco davvero molti pianisti. Inoltre, è anche un grande cantante e intrattenitore. Lorenzo Baldasso trasforma ogni detrattore del clarinetto in un suo fan. Per me è uno dei migliori clarinettisti swing del mondo. In trio suoniamo lo swing come veniva davvero eseguito all'epoca, con forza, vitalità e grande slancio, sia ritmico che emotivo.
Sei cresciuto in una famiglia di musicisti e hai debuttato su un palco nell’orchestra swing di tuo papà Andrej a quattro anni. Che ricordi hai di quando ti esibivi da bambino?
Ho ricordi molto precisi. Indossavo il mio smoking con la giacca bianca e non vedevo l'ora di mostrare al pubblico tutto ciò che sapevo fare alla batteria. Dicevo sempre a mio papà: “Non troppo lento!”. Temendo che potessi sbagliare, lui però iniziava a contare il tempo più piano del dovuto. Una volta, mi ha poi raccontato, pare che per protesta non gli parlai per un’intera settimana! Oggi, per fortuna, sono io a dettare il tempo ai pezzi!
In che modo essere cresciuto in una famiglia di musicisti ha influenzato il tuo approccio artistico e il tuo percorso musicale?
In realtà mio padre era l'unico musicista in famiglia. Da lui ho ovviamente imparato lo swing, mentre mia mamma, che è originaria del Kenya e non è una musicista, mi ha fatto conoscere generi come il soul, il gospel, la musica pop e altro ancora. In generale, i miei genitori non mi hanno mai costretto a fare nulla perché per loro contava unicamente che fossi felice. L’unico obbligo era smettere di suonare la batteria a mezzanotte…
Quanta importanza dai al saper intrattenere il pubblico? Immagino che sia un aspetto fondamentale dei tuoi show?
Lo spettacolo è importante quanto la musica. Fa parte di un tutto. Dal vivo, la musica non viene solo ascoltata, ma anche vista. Per questo i miei musicisti e io facciamo molta attenzione al nostro abbigliamento. Indossiamo abiti su misura nello stile degli anni Trenta (ben stirati), con scarpe, calze e cravatte coordinate. E poi la cosa più importante è divertirsi. Il jazz nasce come musica d’intrattenimento, come musica da festa. Dico sempre ai miei musicisti che, indipendentemente dal palco o dal pubblico, noi per primi dobbiamo divertirci: è da lì che nasce la magia.
Pensi che il tip tap aggiunga un elemento unico alla tua interpretazione jazz?
Il fatto che faccia tip tap non è eccezionale. Ci sono molti ballerini di tip-tap. Ciò che rende speciale il mio stile è che ricorda Bill Bojangles, John W. Bubbles, Fred Astaire e forse anche i Nicholas Brothers. Con la differenza che io non faccio le spaccate! Forse che ciò che potrebbe essere definito unico è il pacchetto completo: suono la batteria, canto, faccio tip-tap, suono il kazoo come fosse una tromba e sono anche il leader della band.