Sogno, cura, bellezza, coraggio. Corrispondono alle quattro storie contenute nel nuovo spettacolo, il 14 e 15 dicembre ad Ascona
«Non sono certa che possano bastare. Credo però che se mettessimo in movimento queste quattro parole, se ce le ricordassimo di tanto in tanto, forse riusciremmo a prendere la giusta distanza rispetto alle sofferenze, agli stimoli, agli impulsi per stare meglio, per essere più vicini a noi stessi e fare cose più sensate». Sogno, cura, bellezza, coraggio, quattro parole che hanno come corrispettivo – ma vale anche il viceversa, e Stefania Mariani ce lo sta per spiegare – altrettante storie di specifiche umanità. ‘Bello sarebbe… ovvero insolite parole d’auguri’, sabato 14 dicembre alle 20.30 il debutto e il giorno dopo alle 17, al Teatro San Materno di Ascona, è una sorta di (dalle note di presentazione) “manifesto di resilienza”, “geografia teatrale di vicende e personaggi”, della pittura, della letteratura, delle arti visive e della politica, quest’ultima mista a ulteriore e più caritatevole umanità.
«È stato un lavoro lungo due anni e mezzo e ora lo vedo concretizzarsi e diventare magia. È una prima assoluta, e altrettanto lo è la collaborazione con la violinista Amanda Nesa. Poi ci sposteremo nel Vallese». Il 16 gennaio, ‘Bello sarebbe’ approderà al Teatro Sociale di Bellinzona. A pochi giorni dal debutto asconese, Mariani – attrice, autrice, narratrice, clown e insegnante teatrale – vede «tutti i tasselli unirsi», quelli di «quattro storie legate a quattro parole, con le quattro parole che hanno ispirato le storie, ma potrebbe anche essere accaduto il contrario, quattro stanze differenti, quattro ambienti che improvvisamente mostrano i fili interni che li legano». Eccole dunque le quattro stanze: sono quelle di Mimmo Lucano, più volte sindaco di Riace, celebre per il suo approccio nella gestione dei rifugiati politici e degli immigrati; del pittore engadinese Giovanni Segantini, dell’artista italiana Maria Lai (1919-2013) e della scrittrice Beatrix Potter (1866-1943), l’autrice del bestseller per l’infanzia ‘La storia di Peter il coniglio’. Partiamo da quest’ultima...
«Beatrix Potter è un nome suggerito», spiega Mariani. «Durante una collaborazione con il Museo della civiltà contadina di Stabio, nel quale è ancora in essere un’esposizione a tema galline e conigli, lo scorso anno mi fu chiesto di preparare una storia per bambini a partire dal coniglio, mi sono così imbattuta nel libro di Potter e, di conseguenza, nella storia dell’autrice». Mimmo Lucano è ‘infatuazione’ che risale al 2021, «mentre stavo realizzando un lavoro sugli alberi», Segantini invece «è arrivato invece per caso, ed è stato un bel caso. Abbiamo visitato i suoi luoghi, essendo svizzero è stato più ‘abbordabile’». Quanto a Maria Lai, «la sua figura e il suo pensiero mi accompagnano da tanti anni, ed è un suo concetto il punto centrale dello spettacolo: che ci stiamo a fare noi artisti in questo tempo un po’ disastroso? In lei trovo risposte e incoraggiamenti che porto al mio teatro».
A ‘Bello sarebbe’ si aggiunge Amanda Nesa, che porterà il suo violino e le dinamiche della loop station a fondere suoni moderni e popolari, che poteranno da Riace alla Sardegna alle Alpi svizzere. Più paesaggio sonoro di così… «Sì, è un paesaggio sonoro ma anche narrazione sonora, è in alcuni momenti un’altra voce della narrazione, nel desiderio di trovare un equilibrio tra la parola raccontata e il suono che crea ambiente, colore, immagine. Non è l’accompagnamento di un reading, per intenderci». Chiediamo a Mariani come e dove si colloca ‘Bello sarebbe’ nella produzione dell’artista ticinese: «Da un certo punto vista lo vedo come un proseguimento della ricerca sulla narrazione iniziata con ‘Endurance’ e proseguita con le donne di ‘Straordinaria tu’. Lo sento come un’esperienza ancor più completa, desiderata come tale. Molto importante è stato il lavoro di scrittura dei testi, una prima stesura solo mia, poi il confronto con Antonella Astolfi, che mi ha accompagnato sia per il lavoro vocale che per la messa in scena».
Bello sarebbe’ debutta nel teatro che ha visto Mariani impegnata nel ruolo di direttrice artistica della stagione autunnale, in sostituzione temporanea della padrona di casa, Tiziana Arnaboldi. «Il San Materno è un teatro che abbraccia, tanto il pubblico che guarda quanto l’artista che fa il suo lavoro. Ogni volta, nell’accogliere gli spettatori, ho sentito lo spirito di Charlotte Bara che cerca nuovi linguaggi. Ho cercato di costruire una stagione in linea con la visione di Tiziana relativamente al dialogo tra le arti, e molto importante è stato per me poter portare i bambini qui per due appuntamenti particolari, uno per loro e un altro per chi si occupa di loro. Significative sono state le matinée con le scuole, all’interno di un teatro comunale, sul territorio, sede di un lavoro in favore delle giovani generazioni più sistematico di quello che si può fare altrove in un contesto come quello del Locarnese».