laR+ La recensione

Un Sogno ora e sempre nostro contemporaneo

Al Teatro Studio Melato di Milano la nuova produzione di Carmelo Rifici, ‘Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo)’ di Shakespeare e Favaro.

In scena fino al 22 dicembre
(Masiar Pasquali)
1 dicembre 2024
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È in scena a Milano, in una delle tre sale del Piccolo Teatro, il Teatro Studio Melato, affascinante spazio destinato in primis ai giovani attori della Scuola del Piccolo, la nuova produzione di Carmelo Rifici nata come saggio per gli allievi del Corso Claudia Giannotti e ora spettacolo a tutti gli effetti. Si tratta di uno speciale e non solo shakespeariano ‘Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo)’, in cui la parte fra parentesi, ovvero il ‘commento’, è affidata al drammaturgo Riccardo Favaro, che per il Piccolo aveva già firmato l’adattamento del testo di Arthur Schnitzler, ‘Doppio Sogno’.

A Riccardo Favaro, che sceglie di usare il verso inserendosi in modo naturale nella corrente shakespeariana, è stato chiesto di scrivere una nuova drammaturgia, glossando il testo originale in modo da rivelare aspetti possibili e profondi dei vari personaggi, anche personaggi marginali o meno rilevanti nel testo rispetto ai grandi protagonisti dell’intrecciata vicenda, che vede al centro due coppie di giovani, Ermia e Lisandro, Elena e Demetrio, in fuga da Atene per inseguire i loro sogni d’amore, la coppia reale e ultraterrena costituita da Oberon e Titania, con lo spiritello Puck destinato a sparigliare le carte e trasformare involontariamente il sogno in incubo per i quattro ragazzi e per la bella Titania, e il gruppo di artigiani capeggiati da Bottom che allestisce la tragicommedia di Piramo e Tisbe per le nozze di Teseo, duca di Atene, con Ippolita, regina delle Amazzoni, da lui conquistata in battaglia.

Leggi e stimoli

Le cose più interessanti emergono nel trattamento del testo riservato alla coppia Teseo-Ippolita e al rapporto tra Egeo, padre-padrone della giovane Ermia, che sembra costretta al matrimonio con Demetrio, secondo una legge patriarcale inossidabile, più volte dichiarata dal duca. Ed è la stessa legge che impone alla vinta Ippolita di immolarsi sull’altare delle reali nozze con Teseo, da lei rifiutate con tutta sé stessa fino all’ultimo istante, laddove Shakespeare la mostra invece in apparente sintonia con i desideri del futuro marito. Dal ‘Sogno’, come da tutta l’opera di Shakespeare, si possono trarre mille stimoli al dialogo con il presente, e Rifici sceglie uno dei cuori pulsanti del dramma, la crisi del patriarcato, che trova nella vicenda del dispotico Egeo la sua espressione più emblematica: Ermia è condannata a morte o al chiostro se non obbedirà al volere del padre, che la vuole sposa di Demetrio. Ma come noto le cose andranno diversamente e la stella di Egeo è destinata a tramontare. C’è una scena bellissima in cui il padre e l’ex aspirante alla mano di Ermia, Demetrio, si guardano a lungo prima che il giovane decida di entrare nel palazzo reale insieme alla ritrovata Elena e il padre rifiuti di entrarvi, andandosene dalla parte opposta. Diverso invece il destino di Ippolita, cui Favaro regala parole durissime di rigetto della propria irreversibile condizione. A Filostrato, cerimoniere di Teseo, che nell’originale svolge un ruolo marginale e puramente servile, Favaro regala due monologhi quasi da narratore che lo impongono come depositario delle vicende ateniesi nel passato e nel presente. La sua descrizione, che apre lo spettacolo, del ribaltamento delle stagioni, l’inverno che incombe sull’estate della città, è di grande impatto e solleva un velo sui temi che saranno trattati.

Tutti bravissimi

Questi sono solo alcuni elementi in un ‘Sogno’ che ha molto da sviscerare dai suoi protagonisti e che trova forse il momento più straordinario nelle scene con al centro la figura di Bottom trasformato in asino, interpretato da un magnifico giovane attore di nome Daniele Di Pietro, e grazie anche ai movimenti curati da Alessio Maria Romano. Ma i giovani attori e attrici della Scuola del Piccolo Teatro, freschi di diploma, sono tutti bravissimi, meravigliosamente preparati e diretti da Carmelo Rifici, incantevoli da ascoltare e guardare, e bisognerebbe citarli tutti e venticinque. Lo spazio avvolgente e carico di mistero del Teatro Studio Melato ben si presta all’allestimento altrettanto suggestivo di Paolo Di Benedetto nella sua apparente semplicità: un enorme specchio a fondo scena che riflette anche il pubblico, una grande ‘vasca’ centrale modulabile in altezza e profondità, capace di accogliere i personaggi nelle loro spettacolari entrate e uscite, accompagnate da un commento sonoro continuo dal vivo di Federica Furlani. ‘Sogno di una notte di mezza estate (con commento continuo)’, della durata di 220’, è in scena a Milano fino al 22 dicembre.