laR+ L'intervista

Terry Blue e l'amico fragile

Il Collettivo, che è sempre più un duo, pubblica il primo atto del nuovo album ‘Lakewoods’, atteso per aprile. A colloquio con Leo Pusterla

Gioveni (sx) e Pusterla. Nuovo album per il collettivo il 17 aprile 2025, in concomitanza con il concerto di Bellinzona
(Alan Koprivec)
2 novembre 2024
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Diversamente dai leader delle band che un giorno diventano solisti, e in barba al più generale momento storico autoriferito, passano gli anni e Leo Pusterla è ancora Terry Blue, collettivo. Per l’etichetta Another Music Records è da poco uscito ‘Fragile Friend’, singolo che apre a ‘Lakewoods’, nuovo album in uscita il 17 aprile del prossimo anno, in concomitanza con il concerto al Teatro Sociale di Bellinzona. ‘Lest we forget how fragile we are’ cantava Sting qualche anno fa, ma il ‘Fragile Friend’ di Pusterla ha forse più a che fare con un altro amico fragile (oltre la mera traduzione), per naturale concessione del cantautore all’ascoltatore del proprio io narrante e cantante. «Ho qualche difficoltà a descrivere questo brano», ci spiega Leo. «È stato eseguito per la prima volta in occasione della presentazione di ‘Chronicles of a Decline’», l’ultimo album d’inediti in ordine di tempo, suonato con un quartetto d’archi a Rete Due. «La canzone era di fatto inedita, composta appositamente per l’occasione. Poi il mio studio si è ampliato e Olmo Cerri mi ha chiesto un brano per il suo film ‘La scomparsa di Bruno Breguet’. Così è nata ‘Lakewoods’ (la si ascolta sui titoli di coda, ndr) che per me ed Eleonora ha siglato l’inizio di un percorso di arrangiamento e composizione del tutto nuovo».

Eleonora di cognome fa Gioveni ed è da tempo l’altra metà di un Terry Blue che in versione duo ha suonato qua e là per l’Europa. Per quanto ‘collettivo’ sia ancora la parola corretta per definire il progetto, «sì, il duo è una forma diventata importante», spiega il fondatore, «siamo sempre più io e lei a lavorare insieme, siamo il nocciolo duro, abbiamo avuto la fortuna di fare diversi viaggi e la comodità con la quale ci spostiamo in due rende tutto più fattibile. Senza privarci però della possibilità di beneficiare di ospiti nei nostri concerti». A proposito di viaggi, il tour di ‘Chronicles of a Decline’ è passato anche da Berlino, Monaco, Dresda e Lubecca, per chiudersi proprio in terra tedesca: «Siamo arrivati in Germania nel momento dell’affermazione di Alternative füd Deutschland, c’era un’atmosfera un po’ strana, un po’ particolare…». Ci soffermiamo dunque sul solo aspetto musicale, quello della Berlino tappa obbligata di chi fa musica: «È una città stupenda, che è quello che ho sempre pensato anche prima di viverla. Credo sia cambiata molto rispetto a quella di cui avevo sentito parlare, soprattutto rispetto alla Berlino pre-Covid. Oggi, culturalmente parlando, pare una città che fa più fatica».

A Berlino che giorno è

Per rispettare le tradizioni di famiglia, il testo di ‘Fragile Friend’, più che un testo, è la consueta poesia che ha piena autonomia anche senza la musica sottostante, non fosse che l’assenza della sospensione armonica e la cinematografica spazialità sonora la priverebbero di un inevitabile valore aggiunto. «‘Fragile Friend’ non è una persona sola, sono diverse persone, ancora una volta è un concetto, cerco nuovamente di allontanarmi dalla mia esperienza personale e di rendere la cosa più vasta. È un insieme di temi che arriva in modo naturale da ‘Chronicles Of a Decline’, è come fosse una sorta di brano postumo di quel disco». Disco che arriverà, così come il singolo, dagli studi della Safe Port Production, il porto sicuro di Pusterla, anche etichetta: «Quest’estate abbiamo prodotto tre dischi che usciranno nel corso dell’anno, altri quattro sono in lavorazione. È uno studio casalingo, quasi ci viviamo dentro».

Di ‘Lakewoods’ poco si sa in questo momento se non che «coincide, guardando al titolo, con i nostri territori, con il mio ritorno in Ticino, in un certo senso. È uno sguardo retrospettivo, forse meno viscerale di quanto fatto in precedenza, più distante da noi stessi come musicisti, con l’accresciuta consapevolezza di quel che resta dopo i concerti, di cosa abbiamo davvero in mano e cosa no. Forse, anche se non amo troppo la parola, sarà un lavoro più maturo, un percorso in salita verso qualcosa di più concreto». Tutto questo aspettando, più nel breve tempo, il video di ‘Fragile Friend’, presto disponibile sulla piattaforma indie-eye.it.