laR+ L'intervista

La ‘Canova’ e l'arte dell'orchestra

Incontriamo Enrico Saverio Pagano, che il 22 giugno porta l’Orchestra Canova ad Ascona 3 anni dopo il debutto svizzero e a dieci dalla nascita

Alle 20.30 nella Chiesa del Collegio Papio di Ascona, per Verbano Musica Estate
18 giugno 2024
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Era il 27 giugno del 2021 quando Enrico Saverio Pagano dirigeva l’Orchestra da camera Canova nella sua prima assoluta in Svizzera. La Chiesa del Collegio Papio di Ascona ospitava quella che Repubblica aveva definito “una delle migliori realtà giovanili in circolazione”, che tre anni dopo è sempre una giovane orchestra, ma con tanta esperienza in più e alcune ‘medaglie’ di cui diremo. Torniamo a parlare con Pagano, che a sua volta torna a suonare per Verbano Musica Estate, la manifestazione pensata e diretta da Tommaso Maggiolini. Il luogo è sempre la Chiesa del Papio (alle 20.30), tre anni dopo e a dieci dalla nascita dell’ensemble.

«Dieci anni è un buon tempo – dice Pagano –, un tempo anche non aspettato quando abbiamo iniziato questo percorso, un momento nel quale la maggior parte di noi era ancora studente nei conservatori, io stesso nemmeno avevo iniziato a studiare direzione. Il passaggio da orchestra studentesca a orchestra di professionisti era qualcosa di non scontato e di cui sono molto contento. Le residenze – l’ultima nel 2023 a Villa Reale, Monza – ci hanno permesso di godere di un più largo respiro nella programmazione, elemento vitale per portare avanti un progetto». Negli anni trascorsi tra le due interviste, l’Orchestra Canova ha anche conquistato un piccolo primato: «Siamo stati invitati a Procida per la Capitale della Cultura 2022, e siamo stati la prima orchestra a suonare sull’isola, e solo portare il pianoforte per le stradine è stata un’esperienza…». La compagine under 30 “destinata a cambiare l’Italia” (Forbes, 2021) continua a crescere parallelamente alla crescita dei suoi strumentisti. «Andiamo verso i 30, possiamo ancora rientrare nella categoria ‘giovani’ ma non ‘giovanissimi’, cosa per la quale riceviamo dall’esterno, da committenti e istituzioni, una considerazione diversa. Ora possiamo definirci un’orchestra di giovani professionisti».

Tra bachiano e mozartiano

Venendo a sabato. Il programma è dedicato al Settecento, a quello contrappuntistico nella sua parte principale e insieme a un Mozart giovanile che «rinfresca gli animi» dopo alcuni intensi contrappunti bachiani. «L’arte della fuga – continua Pagano – è un spesso eseguita su strumento a tastiera, ma in realtà il suo autore non specifica quale debba essere lo strumento e tanto meno l’organico preposti a suonarla. L’arte della fuga è quasi qualcosa di concettuale in cui Bach lascia piena libertà all’esecutore o agli esecutori. Abbiamo deciso di confrontarci con questo capolavoro che di rado viene eseguito da un’orchestra, ed è un po’ il fulcro di tutto il programma, impegnativo da ascoltare e da eseguire». In programma sono i primi nove contrappunti, per una durata di circa trenta minuti: «Dopo averlo proposto due volte al pubblico, durante lo scorso weekend, mi sono accorto che l’ascoltatore prende L’arte della fuga come una sfida con sé stesso, per cercare di capire come evolvono questi contrappunti anche in base alla mia spiegazione iniziale. E alla fine, il pubblico vive l’esecuzione con un entusiasmo particolare». Ad Ascona, L’arte della fuga sta all’interno tra due brani mozartiani, «il primo contrappuntistico, l’Adagio e fuga, uno degli ultimi brani scritti da Mozart, e poi un quartetto giovanile per orchestra d’archi».

Varie ed eventuali

Il progetto più grosso che l’Orchestra Canova affronterà in questo 2024 è rappresentato dalla nona sinfonia di Beethoven a duecento anni dalla sua prima esecuzione, in collaborazione con OperaLombardia, il Teatro dell’Opera di Roma e la Chigiana di Siena. Concluso il tour dedicato a Bach, l’estate porterà un più ‘leggero’ Piazzolla. Tornando all’inizio di tutto: cosa è cambiato nell’orchestra in questi dieci anni? «Ci siamo conquistati la possibilità di programmare una stagione tutta nostra dal punto di vista artistico senza necessariamente interfacciarci con altri che ci invitino. Questa per me, per noi, è una grande svolta. Il poter far circuitare un progetto piuttosto che produrlo appositamente per l’istituzione interessata permette anche di abbattere notevolmente i costi. Ciò che non è cambiato e mi auguro non cambierà mai sono l’entusiasmo, la voglia di fare e il senso di appartenenza a un gruppo, gli stessi degli inizi».

Nei tre anni trascorsi vanno registrati anche un primo cd, recensito e distribuito da ‘Amadeus’ e ‘Classic Voice’, le due principali riviste di musica classica in Italia che alla ‘Canova’ hanno dedicato la copertina. Il passo successivo, nelle speranze del direttore, vorrebbe essere quello di residenze oltre la regione insubrica, là dove l’orchestra sta di casa. Verbano Musica Estate è, a suo modo, un primo piede nell’internazionalità, fatta anche di scambi non istituzionalizzati ma proficui con il Conservatorio della Svizzera italiana (Csi): «Attingere da quel bacino quando si cercano i migliori strumentisti della zona insubrica è logico e inevitabile, che si tratti di diplomati o diplomandi» (su www.verbanomusicaestate.ch il programma completo della rassegna).


Enrico Saverio Pagano