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Concerti dei Serviti, a Mendrisio con uno ‘Stabat mater’ inedito

Tre concerti di musica da camera e un gran finale, a entrata libera, con Diego Fasolis e una composizione di Ivo Antognini

15 maggio 2024
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Seconda stagione per i Concerti dei Serviti, la rassegna di musica classica che la Città di Mendrisio organizza negli spazi del complesso di San Giovanni, con tre concerti “regolari” che si terranno l’8 e il 18 giugno e il 13 luglio ai quali si aggiunge un evento speciale, gratuito, il 15 settembre.

Con due anni non è certo possibile parlare di tradizione – Barbara Paltenghi Malacrida, responsabile della cultura per la Città nonché direttrice del Museo d’arte, ha parlato di «scommessa vinta» –, ma questa rassegna è stata concepita in stretta connessione con l’offerta culturale di Mendrisio, iniziando ovviamente dalle iniziative musicali che integrano le esposizioni del museo.

Il primo appuntamento, come detto, si terrà l’8 giugno nella Chiesa di San Giovanni con il Quartetto di Cremona, ensemble nato nel 2000 e composto dai violinisti Cristiano Gualco e Paolo Andreoli, dal violista Simone Gramaglia e dal violoncellista Giovanni Scaglione. Il programma di questa prima serata vede due brani che aprono e chiudono il periodo romantico: uno degli ultimi quartetti d’archi di Beethoven, il numero 15 del 1825, e il Quartetto d’archi di Debussy del 1893.

Per il secondo concerto niente archi ma ottoni: il 28 giugno, nel Chiostro dei Serviti, sarà ospite della rassegna il Gomalan Brass Quintet (Marco Pierobon e Francesco Gibellini alle trombe, Nilo Caracristi al corno, Gianluca Scipioni al trombone e Stefano Ammannati alla tuba). Il viaggio musicale di questo secondo concerto è ancora più lungo, partendo dal compositore veneziano Giovanni Gabrieli, vissuto tra il Cinque e Seicento, e arrivando fino al Novecento di George Gershwin, Samuel Barber (del quale sarà proposto una curiosa trascrizione del celeberrimo ‘Adagio for strings’) e Leonard Bernstein, con in mezzo Giuseppe Verdi e il ‘Nessun dorma’ di Puccini.

Ultimo appuntamento della stagione regolare dei Concerti dei Serviti, il 13 luglio al Chiostro dei Serviti con la pianista Oxana Shevchenko e un programma che è un omaggio al virtuosismo russo con una selezione di preludi di Rachmaninov seguiti da Prokofiev e Stravinskij.

I biglietti per questi concerti sono in prevendita sul sito prenota.mendrisio.ch al prezzo, contenuto grazie la sostegno degli sponsor, di 30 franchi.

Fasolis: ‘Garantire continuità ai Barocchisti’

Il 15 settembre, come accennato, il quarto concerto della rassegna, a entrata libera (ma con prenotazione obbligatoria). Si tratta, come ha precisato il municipale Paolo Danielli, di un regalo alla cittadinanza e di un diretto omaggio alla tradizione delle processioni storiche e del Settenario dell'Addolorata. Nella più capiente Chiesa parrocchiale avremo infatti Barocchisti e Coro Rsi diretti da Diego Fasolis con il Monteverdi delle Litanie della Beata Vergine e uno Stabat mater del compositore ticinese Ivo Antognini in prima assoluta.

Si tratta di una rara incursione nel repertorio contemporaneo per Diego Fasolis – e il motivo per cui finora non aveva mai avuto occasione di dirigere una composizione di Antognini come ha ricordato lo stesso Fasolis in conferenza stampa, citando uno scambio di mail. «Gli avevo scritto che noi facciamo musica antica, tu scrivi musica contemporanea: siamo su due binari paralleli, difficilmente avremmo trovato un punto di incontro. Ma mi è sempre rimasta questa idea che ad Antognini dovevo qualcosa…». E l’occasione, grazie a Barbara Paltenghi Malacrida e ai Concerti dei Serviti, è arrivata.

Ma prima di Antognini, nel programma di sala, ci sarà Monteverdi: abbiamo chiesto a Fasolis come vede questi due brani. «La partitura non è ancora terminata: manca l’ultimo movimento e ho detto a Ivo che la studierò quando l’avrò tutta. Ma chiaramente ho già buttato un occhio a quello che mi ha già mandato, per valutarne diciamo la difficoltà e capire quanti giorni di prove dovremmo programmare. Posso quindi già dire che con Monteverdi funzionerà molto bene perché lo stile compositivo di Antognini non è “dissonante” nel senso della musica seriale. È anzi musica piuttosto modale. È quel tipo di musica che piace tanto agli inglesi chi ha seguito l’incoronazione di Re Carlo ha presente lo stile: moderno ma tonale oppure politonale. Sarà qualcosa di acusticamente ed emotivamente godibile».

Il concerto del 15 settembre sarà anche il primo della stagione 2024-25 dei Barocchisti che, con l’interruzione dell’attività internazionale di Fasolis, avrà una attività concertistica regolare nella Svizzera italiana. «E intendo tutta la Svizzera italiana, non solo Lugano che certo rimane importante con il Lac e adesso il progetto di Città della musica, ma io voglio andare anche nelle valli e anche nei Grigioni, spesso dimenticati nonostante ci piaccia sempre mettere il timbro della “Svizzera italiana”» ha precisato Fasolis. Un impegno, ha aggiunto, per garantire «non voglio dire la sopravvivenza, perché non sarebbe il termine giusto, ma la continuità di una grande realtà produttiva che ho ricevuto in eredità e che non posso lasciar sparire visto l’alto livello internazionale raggiunto». Il riferimento è al disimpegno della Rsi che, tra tagli e incertezze sul futuro del canone, ha portato alla fine di quello che Fasolis ha definito «un eden musicale nel quale una singola istituzione ha garantito autonomia e finanziamento, secondo una idea illuminata di servizio pubblico. Tutto questo non ci sarà più e dovremmo rivolgerci al privato che però non sempre garantisce la necessaria libertà di programmazione».

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