laR+ Eurovision Song Contest

Malmö, capitale della sobrietà (semifinale 1, le pagelle)

È un eufemismo. Irlanda e Finlandia garanti degli euroeccessi, ma il televoto premia anche le ballad. E il Lussemburgo, tornato dopo 31 anni, è in finale

Bambie Thug, ‘Doomsday Blue’, l’incubo irlandese
(Keystone)
8 maggio 2024
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Led, watt, strobo, fumere, pavimenti televisivi, lingue di fuoco, casse in quattro. Al Parco dei Principi, quelli di Psg-Borussia Dortmund uno spettacolo così se lo potevano scordare. L’Eurovision Song Contest di Malmö è cominciato ieri. Bombardati di suoni e immagini, infine accarezzati da Mister Eurovision Johnny Logan – e aspettando lo svizzero Nemo, nella semifinale di domani sera – le prime 15 canzoni (più le due Big five e la Svezia, in finale per diritto acquisito) le abbiamo ascoltate così:

Cipro – Silia Kapsis, ‘Liar’ – “I ragazzi come te non cambiano mai”, canta la 17enne star cipriota che vive in Australia e va in finale con pollice e indice a forma di ‘L’ per dare a lui del ‘Liar’ (bugiardo). Lui che le ha “promesso il mondo”, “acceso il fuoco dentro” e forse l’ha lasciata su WhatsApp ★☆☆☆☆

Serbia – Teya Dora, ‘Ramonda’ – Il televoto premia la cupa ballad eurovisionese (equivalente di ‘sanremese’). “Le stelle si sono addormentate”, “le preghiere non aiutano”, “il mondo è in fiamme”, canta la regina dello streaming balcanico. È in fiamme anche la Ramonda serbica, pianta locale sinonimo di resilienza (due stelle al testo) ★★☆☆☆

Lituania – Silvester Belt, ‘Lutelk’ – Facile rimpiangere ‘Sentimentai’ di Monika Liu, la Lituania retrò del 2023. Quest’anno il concetto è: qualunque cosa accada, tieni duro e balla. Lo dice Silvestro, che non è Sylvester, ma il martello quello è ★★★★☆

Irlanda – Bambie Thug, ‘Doomsday Blue’ – “Bambini, a letto”. Bambie Ray Robinson da Macroom, contea di Cork, ha coniato per sé l’Ouija-pop, ‘pop’ da pop e ‘ouija’ dalla tavoletta per parlare con i morti, che tanto inguaiò Linda Blair nell’Esorcista. Persona non binaria, “pratica la stregoneria (...) oltre ad aver praticato in passato anche la magia del sangue” (dall’Enciclopedia digitale). Canta un pregevole incubo che terrorizza ancor di più una volta appreso che i suoi artisti preferiti sono Dolly Parton, Britney Spears, Nina Simone, Paul Simon e Joni Mitchell, noti metallari satanisti. Canta il giorno del giudizio (doomsday), non potevamo certo aspettarci ‘The Sound of Silence’ ★★★★★

*Regno Unito – Olly Alexander, ‘Dizzy’ – In rosso Frankie Goes to Hollywood, i baci danno le vertigini all’ex frontman degli Years & Years, che si sdraiò sul pianoforte di Sir Elton ai Brit Award del 2021 per cantare con lui ‘It’s a Sin’ dei Pet Shop Boys. E ‘Dizzy’ è un po’, appunto, ‘It’s a Sin’ ★★★☆☆

Ucraina – alyona alyona & Jerry Hail, ‘Teresa & Maria’ – Il concetto è: tutte le icone sono esseri umani, anche Teresa (da Madre Teresa) e Maria (da Madonna, quella che appare, non quella che canta). alyona alyona è rapper e discografica della Kalush Orchestra (Torino 2022). Tra le belle proposte ucraine di quando l’elettronica incontra il rap e il folk (‘Sum’ su tutte, 2021) ★★★☆☆

Polonia – Luna, ‘The Tower’ – Viva gli 80, l’ombelico e le spalline di Raffaella Carrà, viva il ritornello bello. Luna che ama Bowie, Björk, Nick Cave e Kate Bush è stata ambasciatrice polacca di Spotify Equal. È “quella che costruirà la torre”, inno allo scegliersi il futuro da sé ★★★☆☆

Croazia – Baby Lasagna, ‘Rim Tim Tagi Dim – Per l’Eurovision, Marko Purišić dice di essersi ispirato ai Lordi, ai Måneskin e pure a Johnny Cash. Il videoclip è ‘La vita, l’amore e le vacche’, il testo è ‘Il ragazzo di campagna’, sul palco pare la Finlandia. L’attitudine festaiola non inganni e nemmeno il nome da primo piatto: il Lasagna canta l’esodo dei giovani croati che cercano un futuro altrove ★★★★☆

Islanda – Hera Björk, ‘Scared of heights’ – C’è poco da scrivere: l’Euroregina d’Islanda non ha “paura delle altezze” (titolo), e il brano è degno d’un Moroder (citato) ★★★☆☆

*Germania – Isaak, ‘Always On The Run’ – Canta, bene, il privilegio di fare quel che gli pare, che viene dall’essere sempre “on the run” (in pista) ★★★☆☆

Slovenia – Raiven, ‘Veronika’ – La mezzosoprano Raiven canta la storia di Veronika Deseniška, bruciata viva nel Quattrocento perché creduta strega. Una stella alla memoria, un’altra al ricordarci la stupidità umana ★★☆☆☆

Finlandia – Windows95man, ‘No Rules!’ – Con l’eleganza eurovisiva che la Finlandia non ci fa mai mancare, la mutanda di Windows95man (è Teemu Keisteri, non è Will Ferrell) è arte. Il dj e ballerino che si ispira agli anni del sistema operativo canta una cosa brutta e perfettamente consona al tutto. Certi che il suo obiettivo fosse quello di arrivare ultimo, come gli Elii di ‘Arrivedorci’, ‘zero points’ ci pare onestà intellettuale ☆☆☆☆☆

Moldavia – Natalia Barbu, ‘In The Middle’ – Una Sibilla intonata (Sanremo 1983) nel monumento al già sentito. Poi l’assolo di violino che, come la bibita, le mette le ali (per modo di dire) ★☆☆☆☆

*Svezia – Marcus & Martinus, ‘Unforgettable’ – I Sinplus svedesi (che però sono norvegesi), con la voce di Michael Jackson e un miliardo e mezzo di stream, puntano a diventare “indimenticabili” (in quel caso, l’Eurovision non si sposterebbe da qui) ★★☆☆☆

Azerbaigian – Fahree feat. Ilkin Dovlatov, ‘Özünlə Apar’ – Fahree ha studiato da avvocato, Ilkin Dovlatov è The Voice of Azerbaigian: Native Songs’, e si sente. L’amore li ha guidati fino ai cancelli del paradiso, dice il testo, e noi li abbiamo seguiti volentieri ★★★☆☆

Australia – Electric Fields, ‘One Mikali (One Blood)’ – L’eurofestival sdogana lo Yankunytjatjara, lingua aborigena tra le più antiche parlate su questo tondo pianeta. “It’s raining love” (hallelujah), piove amore da Zaachariaha Fielding e dal producer Michael Ross. È l’Eurovision col messaggio (poco compreso): “Siamo un unico sangue” ★★★★★

Portogallo – iolanda, ‘Grito’ – In tempi in cui per scrivere canzoni si ricorre all’Intelligenza artificiale, iolanda, che quando canta acquisisce la maiuscola, racconta di essere ricorsa all’analista. Solo così può essere oggi “una fiamma che arde ancora” ★★★☆☆

Lussemburgo – Tali, ‘Fighter’ – Trentuno anni dopo, come in una carrambata, il Lussemburgo torna all’Eurovision. Nel team di Tali c’è, e si sente, Dardust, quello di ‘Soldi’ e ‘La noia’, che ha prodotto per lei una specie di eurochanson française ★★★★☆

* già ammessi alla finale