laR+ La recensione

Un Messiah da ricordare

Akademie für alte Musik e Rias soddisfano le aspettative, così Justin Doyle dal podio e il soprano Julia Doyle. Visti e ascoltati a Chiasso

Venerdì 15 dicembre al Cinema Teatro Chiasso
18 dicembre 2023
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Il nome dell’Akademie für alte Musik è ben conosciuto nella Svizzera italiana, almeno dal punto di vista discografico e radiofonico: tra le pubblicazioni più celebri dell’orchestra, attiva dal 1982, citiamo i Concerti brandeburghesi con la presenza della straordinaria violinista Isabelle Faust (Harmonia Mundi 2021), cinque sinfonie di Beethoven (1, 2, 4, 6, 8, sempre HM) tra le migliori interpretazioni di Beethoven nel 2020, anno dell’anniversario, e lo stesso Messia di Händel (Pentatone 2020). Quella di Chiasso è stata tuttavia la prima apparizione dal vivo dell’orchestra di Berlino nella nostra regione. L’ensemble è tra i più qualificati e i più saldi gruppi strumentali che si presentano sulla scena internazionale, dotati di strumenti storici e stilisticamente informati. Tra le qualità unanimemente riconosciute all’orchestra, la cura dell’intonazione, e l’attenzione quasi maniacale per la trasparenza del risultato sonoro: l’ascolto della Pastorale di Beethoven è, sotto questo profilo, davvero toccante. Il Coro del Rias, radio di Berlino, è una splendida realtà vocale: fa particolarmente piacere constatare che tra i complessi corali che meglio si profilano nell’orizzonte interpretativo internazionale vi siano cori legati agli organismi radiofonici, e la Svizzera italiana non fa eccezione, con il Coro della Rsi.

Il concerto di domenica sera a Chiasso era l’ultima tappa, per i due ensemble, di una tournée che toccava l’Olanda, l’Italia e la Svizzera. Ci ha fatto bene ascoltare il Messia, l’altra sera: l’oratorio di Händel – sicuramente la sua pagina sacra più conosciuta ed eseguita – è pane quotidiano nelle playlist di noi amanti del Sei e Settecento. La lunga meditazione sul Redentore, suddivisa in tre parti (profezie annuncianti la venuta del Messia, passione e redenzione, ruolo del Messia nella vita dopo la morte), si presenta come una serie di arie e cori di grande impatto emotivo, senza alcuna difficoltà di fruizione, si direbbe quasi sgorgata da una facilità di invenzione come solamente possiamo aspettarci dal talento impressionante di Händel. E capiamo la volontà di Mozart di prendere in considerazione proprio il Messia, nel 1789, per un gustoso “aggiornamento” con traduzione del testo in tedesco (KV 572). Al termine della seconda parte, spunta l’Alleluja diventato celeberrimo, legato a un episodio leggendario: si racconta che durante un’esecuzione, re Giorgio II, appisolatosi, fu svegliato dall’entrata clamorosa delle trombe e si alzò bruscamente in piedi: i sudditi, alla vista del re, si alzarono anch’essi, e oggi, in alcuni paesi, è rimasta la tradizione che il pubblico a quel punto si alzi: noi, antimonarchici da più di 700 anni, a Chiasso siamo rimasti seduti.

L’esecuzione dei due gruppi vocali e strumentali ha soddisfatto pienamente le aspettative del numeroso pubblico presente nella splendida cornice del Cinema Teatro: il coro ha sfiorato la perfezione, ottimo protagonista in un oratorio che lo vede sollecitatissimo; l’orchestra ha confermato le qualità di intonazione e trasparenza che conosciamo. Sul podio Justin Doyle, direttore musicale e artistico del coro del Rias: gesto semplice, efficace, preciso, mai scontato, per una visione chiara ed essenziale del monumento sonoro di Händel. Bravi i solisti impegnati, superlativi nella dizione, attenti alla prassi esecutiva che li sprona a dare il meglio di sé negli abbellimenti aggiunti alla partitura e nelle brevi cadenze, per ripristinare l’usanza in auge al tempo di Händel, una delle caratteristiche che facevano accorrere il pubblico nei teatri musicali. E dobbiamo confessare che uno dei motivi che domenica sera ci ha portato a Chiasso era la presenza di una star del mondo vocale barocco, il soprano Julia Doyle. Regale, sfarzosa, perfetta dominatrice della materia musicale, dal timbro setoso, Julia Doyle ha offerto una performance di altissimo livello, che ha soddisfatto pienamente e che non dimenticheremo.