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Danza classica e contemporanea si parlano in ‘Chaise à pointes’

Tra gravità e verticalità, sette danzatrici con sedie in scena al Teatro San Materno di Ascona, sabato 21 e domenica 22 ottobre

A gennaio lo spettacolo si sposterà a Yverdon-les-Bains
19 ottobre 2023
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Due come le compagnie in azione, la ‘Tiziana Arnaboldi’ e la ‘Brigitte Roman’, con coreografie della prima in collaborazione con Nuria Prazak; due come le danze, classica e contemporanea, chiamate a convivere in ‘Chaise à pointes’ (Sedia a punte), spettacolo in scena al Teatro San Materno di Ascona sabato alle 20.30 e il giorno successivo alle 17. «È un dialogo tra le due arti per comprenderne l’incontro e lo scontro», spiega Tiziana Arnaboldi, «la classica sulle punte a cercare la leggerezza, quella contemporanea a piedi nudi, a volte con le scarpe, ma con la pianta del piede poggiata al suolo, nella ricerca della gravità. Sono due arti che per impostazione sono in contrasto, ma se si trova il punto comune che produce l’incontro, la visione cambia radicalmente, e in modo affascinante».

In scena ci sono Charlotte Caillat, Lucie-Lou Grec, Letizia Caimi, Dounia Soleymani, Coralie Hallet, Romane Triscornia, Cielle Lehmann, ragazze dai 13 ai 18 anni che a Yverdon-les-Bains frequentano lo Studio Arte: di mattina vanno a scuola e di pomeriggio praticano danza classica per quattro-cinque ore. Due di loro sono ticinesi e si sono trasferite appositamente per questo progetto. ‘Chaise à pointes’ nasce così: Brigitte Roman, direttrice dell’accademia Terpsichore nella cittadina vodese – un trascorso di dieci anni con il coreografo Maurice Béjart – ha visto uno spettacolo di Arnaboldi e le ha manifestato l’esigenza di portare nella propria realtà educativa anche la danza contemporanea. «Ho provato una settimana da lei, si è trattato della mia prima esperienza di questo tipo. È andata molto bene, mi hanno compresa subito. Sono partita dalla camminata, facendo capire come essa contenga tutti i movimenti. Ho spiegato che nella danza contemporanea il movimento nasce dall’equilibrio, mentre in quella classica nasce dalla verticalità. Lavorando in questa direzione ho visto le danzatrici cambiare, rafforzare sia la presenza nella classica che nella contemporanea, forti di una tecnica incredibile. Anche noi della danza contemporanea abbiamo una base classica importante, cosa che vale, per esempio, anche in musica».

Beata imperfezione

Le danzatrici si muovono impugnando sedie Bauhaus del San Materno, da cui il titolo dello spettacolo. «Sono sedie che hanno un loro peso e un loro design preciso. Ho iniziato a lavorare senza pensare che le avrei usate in scena, ma solo perché le danzatrici ne percepissero il peso nelle mani, tra le braccia. Creando movimenti con la sedia, testando l’effetto della forza di gravità, portate verso il basso quando ferme, o trascinate via quando la sedia viene allontanata, le danzatrici hanno vissuto la differenza tra le due danze». In modo naturale? «Nel modo di due discipline che cercano di trovare un punto comune per capirsi. Ora le ragazze riferiscono di sentire la danza classica in modo diverso, deduco che tutto si sia svolto in modo naturale».

‘Chaise à pointes’ è una novità non solo per le sette protagoniste sul palco. «Lo è stata anche per me, nonostante i miei dieci anni di danza classica», dice ancora Arnaboldi. «Ed è importante per me far capire alle scuole di danza classica quanto sia importante dialogare con le altre arti. A volte si è rigidi, per la paura di ‘sporcare’, mentre è bene far capire quanto l’imperfezione nel virtuosismo possa regalare soltanto bellezza».

Sedie in mano, al San Materno si danzerà sul ritmo: «Lavoro sull’autenticità del movimento, si dice che la danza sia vita e poi non la si fa vivere. Attraverso improvvisazione e consegne precise, le danzatrici applicano queste direttive aggiungendovi la propria esperienza, i propri ‘quadri’, i propri pensieri». Questo perché, conclude Arnaboldi, «trovo che di fronte a un danzatore in scena si debba capire che è lui a danzare, con la sua verità, autenticità e visione, e con la perfezione e l’imperfezione che viaggiano insieme».

A gennaio lo spettacolo si sposterà a Yverdon-les-Bains, ma con l’intento di andare oltre.