laR+ La recensione

La lezione di stile di Ton Koopman

Con eccellenti strumentisti scelti tra l’Amsterdam Baroque Orchestra, all'interno della serie di eventi LuganoMusica dedicati a Bach

Martedì 17 ottobre al Lac
(Facebook LuganoMusica)
18 ottobre 2023
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Lugano Musica propone nella stagione 2023/24 una serie di eventi – conferenze e concerti – dedicati a Johann Sebastian Bach, figura imprescindibile nella musica, anzi nel pensiero dell’Occidente. La recensione del concerto di martedì sera al Lac esige innanzitutto due riflessioni, necessarie per contestualizzare il programma e l’interpretazione di quella occasione. Iniziamo proprio della dimensione interpretativa, anche perché, come ricordava Ton Koopman nell’introduzione al concerto, qualsiasi musica, anche la più “cerebrale”, vive esclusivamente nel momento in cui la si esegue. Il protagonista è stato appunto Ton Koopman, nella sala teatro del Lac, insieme ad altri sette sodali scelti tra l’Amsterdam Baroque Orchestra; quel Koopman, tra i più rivoluzionari protagonisti della seconda generazione di interpreti (dopo i pionieri Leonhardt e Harnoncourt, per intenderci) che ci ha restituito le pagine del Sei e Settecento attraverso lo studio delle fonti, il confronto delle testimonianze, il tentativo di sperimentare prassi esecutive perse durante il Ventesimo secolo; ed è stato Koopman, forse più di altri, a fornirci quella dose di ossigeno, freschezza, energia, delle quali eravamo alla disperata ricerca negli anni Settanta-Ottanta del Novecento. Le prove più belle delle sperimentazioni del musicista olandese sono facilmente rintracciabili in numerose registrazioni discografiche, già entrate negli annali: l’opera per organo, i Concerti per cembalo, le Variazioni Goldberg, i Concerti brandeburghesi di Bach, i Concerti per organo di Händel; numerose altre pubblicazioni testimoniano la verve di Koopman, come le Passioni e l’integrale delle cantate di Bach, o l’opera omnia di Buxtehude. Un CD del 1992, tutto dedicato al Bach clavicembalistico, è esemplare e riassume il genio e la sregolatezza di Koopman: Fantasia cromatica, quinta Suite francese, Ricercare a 3, Toccata in sol e Concerto nel gusto italiano; uno dei 10 CD che porteremo sulla nostra isola.

La seconda premessa è di tipo contenutistico, e riguarda il programma della serata: oltre alla Sinfonia della Cantata 209 e il Concerto per due cembali 1062 di Bach (che, lo ammettiamo, non siamo riusciti a godere appieno, per vari motivi, tutti legati alla propagazione del suono: dalla scelta dei cembali alla loro posizione, all’assenza dei coperchi, all’ampiezza della sala, agli archi che sovrastavano), il concerto proponeva l’Offerta Musicale, sempre di Bach, opera di rara esecuzione, che, nel panorama bachiano, spicca per l’esplorazione delle varie possibilità insite in un unico soggetto, analoga a operazioni come l’Arte della Fuga, le Variazioni canoniche, le Variazioni Goldberg, i 14 Canoni sul basso delle Goldberg. Come spesso accade in Bach, l’indagine si rivela completa ed esaustiva, quasi a esaurirne le potenzialità: nell’Offerta Musicale la ricerca si svolge nell’àmbito del canone, con risultati stupefacenti, grazie alla maestria nell’elaborazione contrappuntistica: basti pensare al canone “per tonos”, nel quale lo svolgimento porta la musica a continue modulazioni ascendenti, dove l’unico limite sembra essere l’umanamente udibile (o lo strumentalmente praticabile). L’Offerta Musicale comprende inoltre una Sonata a tre, omaggio a Federico II, monarca flautista e compositore, autore del soggetto musicale consegnato a Bach, e omaggio al figlio per lo stile “moderno” praticato in un movimento, e due fughe per tastiera, forse pensate per il nuovo strumento, il pianoforte, che il Re aveva mostrato con orgoglio al sommo compositore.

Queste le premesse che ci hanno fatto gustare la proposta di Lugano Musica, dove gli eccellenti strumentisti che affiancavano Ton Koopman hanno proposto un’esecuzione concentrata, elegante, impeccabile (se non per un lieve deragliamento, immediatamente rimesso in carreggiata dal direttore): vera lezione di stile, dove la Sonata a 3 e il Ricercare a 6, eseguito a sei strumenti, coronavano il dizionario canonico snocciolato in precedenza con nonchalance. La ciliegina sulla torta, vero godimento tra i mille artifici canonici, era costituita dalla realizzazione del basso continuo da parte di Koopman: fantasiosa, generosa, unica.