Spettacoli

Fiorella Mannoia: ‘Taranta è donna, alziamo la voce’

È la concertatrice della 26esima edizione della manifestazione che si tiene il 26 agosto a Melpignano, in provincia di Lecce

Qui sul palco di Sanremo
(Keystone)
25 agosto 2023
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Un concertone che chiederà alle donne "di alzare la voce: è il momento di farlo perché siamo arrivati a un limite massimo". Fiorella Mannoia, maestra concertatrice della 26esima edizione de ‘La Notte della Taranta’, ha un tono duro quando parla delle donne, delle tarantolate raccontate nei canti salentini, "di quelle ribelli o sottomesse" a cui la musica tradizionale popolare, che sarà celebrata sabato 26 agosto a Melpignano in provincia di Lecce, darà spazio. La manifestazione (che la Rai trasmetterà a distanza di una settimana, sabato 2 settembre), incentrata sul tema dell'identità come ricordato nella conferenza stampa di presentazione questa mattina, arriva in un momento "in cui purtroppo i fatti di cronaca" renderanno alcuni brani come ‘Fimmine fimmine’ "molto più toccanti", ha spiegato Mannoia, che ha parlato dei tormenti vissuti dopo l'orribile stupro di gruppo avvenuto a Palermo nel luglio scorso. “Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. Ho deciso di farlo perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole”, ha proseguito, annunciando che domani, dal palco tarantolato “non dirò quello che sto dicendo ora” perché “è una serata di festa, però ci tengo a dire due parole e sottolineare quello che ho spiegato oggi”.

Nell'incontro con la stampa, Mannoia ha detto che le sarebbe piaciuto avere “Sting come ospite internazionale” ma che è “molto soddisfatta” di chi condividerà il palco con lei e l'orchestra popolare ‘La Notte della Taranta’, ovvero Tananai, Brunori Sas e Arisa. “Abbiamo lavorato tanto sugli arrangiamenti” perché “la difficoltà sta nel toccare queste canzoni popolari, senza svilirle, lasciando l'impronta popolare e riuscendo a mettere dentro degli elementi moderni". Il concertone si aprirà con il suo omaggio al direttore artistico del festival, Gigi Chiriatti, morto di recente: interpreterà ‘Un giorno di venerdì’ che condurrà nel viaggio sonoro curato da Carlo Di Francesco e dal direttore d'orchestra Clemente Ferrari. “Qui si cantano canzoni con la malinconia” che è “anche un po' la nostra natura al Sud, che è la storia di popoli che hanno vissuto lo sfruttamento, l'emarginazione, una condizione culturale subordinata, quindi è molto bello poterlo cantare”, ha continuato Brunori, che interpreterà ‘Lule Lule’ in arbereshe e ‘Aremu’ in grico. Il cantautore ha ribadito l'importanza della contaminazione tra identità: “L'ibridazione secondo me è un processo naturale che è anche inevitabile, quindi mi dispiace per chi pensa di voler mantenere a tutti i costi i confini, di chi vuole ergere muri e mettere confini perché sono confini colabrodo. È la storia dell'uomo che è fatta di ibridazione, di somme di identità”. ‘Ferma Zitella’ e ‘Lu Ruciu de lu mare’, due brani simbolo del repertorio dell'orchestra popolare, saranno eseguiti da Arisa.

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