È un patto col diavolo quello del frontman degli Stones, mefistofelica incarnazione di trasgressione e ambiguità (dal matrimonio che fece storia)
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La Leggenda dai superpoteri
di Paolo Biamonte
Visto che si può dare per scontato che sia uno dei più grandi frontman della storia del rock e della musica popolare, per raccontare gli ottant'anni di Mick Jagger è quasi inevitabile pensare a un patto col diavolo. Guardiamo la faccenda dal punto di vista di esseri umani normali alle prese con la terza età: nell'aprile del 2019 Mick è stato sottoposto a un'operazione per la sostituzione di una valvola cardiaca. A causa di questo intervento gli Stones hanno dovuto posticipare il tour: dopo un mese, c'è il video su Youtube, Mick era in palestra ad allenarsi, sgambettando come se niente fosse accaduto. Quando il tour è ripartito, lui ha ricominciato a regalare a ogni tappa un'impresa atletica che ormai è lo spettacolare corollario alle sue performance artistiche.
È vero che ormai da decenni le rischiose abitudini da maledetto sono solo un ricordo: nella sua seconda vita della famigerata trimurti sex, drug & rock'n'roll, Jagger ha mantenuto la confidenza con il sex, una delle sue passioni, e il rock'n'roll. Per il resto ha un'alimentazione da atleta, si allena e si gode la vita, visto che secondo le testate specializzate negli affari degli altri ha un conto in banca da 500 milioni di dollari e un patrimonio immobiliare che ne vale quasi altrettanti con ville e case sparse per il mondo, ne ha da poco comprata una a Noto, e anche un castello. E l'isola privata? E mica ce la potevamo fare mancare, anche perché, sempre secondo chi si occupa di queste cose, sembra che produca un affitto da 30mila dollari a settimana. Va detto che Mick, tifosissimo dell'Arsenal, è molto attivo sul fronte della beneficenza.
In più di sessant'anni di carriera con i Rolling Stones ha costruito una leggenda che ha clamorosamente vinto la sfida con il tempo. Eppure anche un uomo dotato di super poteri come lui, non è riuscito a costruirsi una carriera lontano dalla band: ci ha provato soprattutto negli anni ’80, quando i suoi rapporti con Keith Richards erano esplosi. Keith era nel suo periodo più drammaticamente tossico e dopo anni di liti Mick ha deciso di tentare da solo ma i suoi album solisti, due tra il 1985 e il 1987, non hanno ottenuto i risultati desiderati. Così a metà anni ‘90 è tornato negli Stones. Oggi è baronetto, ha otto figli, l'ultimo lo ha avuto a 73 anni, è bisnonno ma negli ultimi tempi ha anche dovuto affrontare la scomparsa di alcuni dei suoi più cari amici nel mondo della musica: prima David Bowie – il loro duetto in ‘Dancin’ in the Street’ è un indimenticabile passo a due – poi Charlie Watts e, a maggio, la "sua" Tina Turner, una sorella, l'amica che, ai tempi del primo tour americano in cui i Rolling Stones dividevano il palco con Ike & Tina Turner, gli ha insegnato quei passi di danza che sono diventati la sua firma sul palco.
Il contributo che gli Stones hanno dato al rock'n'roll è incalcolabile: dal punto di vista storico sono stati determinanti nell'infondere nella nuova musica che nasceva negli anni ‘60 la tradizione del blues e del rhythm and blues incarnando in modo perfetto e dirompente il ribellismo giovanile. E non c’è dubbio che Mick Jagger sia una figura decisiva nella definizione dell'immagine stessa del frontman, la mefistofelica incarnazione della trasgressione e di una sensualità sfrontata e carica di un'irresistibile ambiguità che ormai sconfina nella leggenda.
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Scene da un matrimonio
di Beppe Donadio
“Nel mondo delle rockstar, dove la capacità di tenere sotto controllo le spese suscita un misto di timore reverenziale e diffidenza, Jagger viene spesso definito un genio della finanza”. Così scrive in ‘1971 – L’anno d’oro del rock’ David Hepworth, giornalista, presentatore televisivo e critico musicale britannico, che dedica un ampio capitolo ai Rolling Stones dentro un libro che riassume tutto il bello dell’anno successivo a quello dello scioglimento dei Beatles, un 1971 che sarà tutto tranne che all’insegna dello smarrimento: la prima volta di Bowie negli Stati Uniti (terra in cui nascerà l’idea di Ziggy Stardus), la nascita della Tower Records (fino al 2006, catena di negozi di dischi su scala mondiale), il primo programma di black music (‘Soul Train’), la morte di Jim Morrison, l’infortunio di Frank Zappa e l’uscita di due pietre miliari del cantautorato femminile (‘Tapestry’ di Carole King e ‘Blue’ di Joni Mitchell). E il matrimonio di Mick Jagger.
Keystone
Saint-Tropez, 12 maggio 1971
Alle nozze del frontman degli Stones, definite “la festa più squallida nella storia del rock e in quella del matrimonio”, Hepworth arriva riassumendo uno degli anni d’oro della band, il 1971, l’anno del primo tour britannico dal 1966, ma anche quello dell’annuncio che alla fine dello stesso sarebbero espatriati per motivi fiscali. Gli Stones non avevano un manager da tempo, potendo così dividersi l’intera torta, e Jagger iniziò a frequentare il principe Rupert Lowenstein, al tempo amministratore delegato della banca d’affari Leopold Joseph, che diventò il loro consulente finanziario e suggerì la nuova destinazione, un paese dalla giurisdizione con un fisco più leggero, che consentisse di trattenere guadagni più consistenti. Facendo leva sui suoi studi alla London School of Economics, Jagger “di fatto nel 1971 – scrive Hepworth – fece ciò che avrebbe fatto qualsiasi amministratore delegato intelligente se avesse sospettato che la sua azienda era sull’orlo del fallimento”: portò tutti in Francia.
Il 12 maggio 1971, Mick Jagger si unisce in matrimonio con Bianca Peréz-Mora Macias a Saint-Tropez, dopo aver rischiato grosso. Per la legge francese, la coppia avrebbe dovuto dichiarare quali beni fossero in comunione, e la giovane sposa aveva scoperto che Jagger non era un nullatenente ma poco ci mancava. Se la cerimonia si poteva tenere in tutta riservatezza nella cappella di Saint-Anne, chiesetta di pescatori, non così era consentito al matrimonio civile, aperto al pubblico e, dunque, a centinaia di fotografi. Vicino alla coppia stavano i testimoni Roger Vadim, regista, e Nathalie Delon, attrice ed ex moglie del bell’Alain. Quanto alla funzione religiosa, Jagger rischiò di restare fuori dalla chiesa perché non riconosciuto dal parroco, all’entrata a tutelare la casa del Signore dai paparazzi (e all’uscita, l’organo suonò il tema di ‘Love Story’).
Mick e Bianca (incinta di quattro mesi sotto il tailleur disegnato da Yves Saint Laurent) sono marito e moglie, e possono raggiungere il Café des Arts, dove un campione della band di Santana sta già suonando, e Julie Christie e Brigitte Bardot stanno già ballando; secondo il Rolling Stone (il giornale), Keith Richards era già a terra, in stato comatoso. Davanti a questo spettacolo, il padre di Mick, Joe Jagger, avrebbe dichiarato alla stampa: “Spero che l’altro figlio non mi diventi una superstar”. Il tutto mentre a Londra, Marianne Faithfull, per dimenticare il suo ex che si stava sposando, aveva trovato sonno solo grazie a un cocktail di Valium e vodka Martini. “Mick ha sposato sé stesso’, scriverà la musa della Swingin’ London, sedotta e abbandonata, nella sua autobiografia, sottolineando la somiglianza dei due sposi. Quello che sarebbe successo a Saint-Tropez, invece, sta tra il vero e il sentito dire del giorno dopo: Roger Vadim, Keith Richards e il sassofonista Bobby Keys sostenevano tutti e tre di aver fatto da testimone a Jagger; a Hepworth, un invitato avrebbe garantito che lo stesso Keith, “per vivacizzare la cerimonia”, si sarebbe vestito da gerarca nazista; la sposa, Bianca, avrebbe dichiarato che l’altro Keith – Moon, il batterista degli Who, noto per la sobrietà – sarebbe piombato nella camera degli sposi in piena notte (mentre in realtà si trovava a Birmingham per suonare con la band).
Le nozze di Jagger, per Hepworth, “immortalarono alla perfezione il momento in cui coloro che erano venuti a demolire il tempio della società furono beccati a palpeggiarla sotto la camicetta sbottonata. (…) Doveva essere la fine di tutto. Non fu così. Al contrario, fu un inizio”. Un inizio chiamato ‘Sticky Fingers’.