L'intervista

Ticino Musica dà il benvenuto ad Asier Polo

Hindemith e Franck, poi Granados, De Falla e Cassadò. È il programma del violoncellista spagnolo per il concerto del 19 luglio a Lugano in Conservatorio

Asier Polo
(Noah Shaye)
18 luglio 2023
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Tra le più attese new entry del cartellone di Ticino Musica 2023 c’è il violoncellista spagnolo Asier Polo, che domani alle 21, insieme al pianista Ricardo Ali Alvarez, aprirà la serie dei recital serali nell’Aula magna del Conservatorio. Abbiamo fatto con lui una bella chiacchierata per conoscerlo un po’ meglio.

Oramai lei è di casa in Ticino, essendo da qualche anno professore del Conservatorio della Svizzera italiana e da quest’anno docente di Ticino Musica. Che stimoli e punti di forza ha trovato nella realtà artistica ticinese?

Tradizionalmente, la Svizzera nel suo complesso è un Paese che si distingue per la cura, la promozione e lo stimolo della sua società attraverso la cultura in tutti i suoi aspetti. I mezzi per farlo ci sono e mi risulta che le istituzioni siano consapevoli che attraverso l’educazione e la cultura si possa ottenere una cittadinanza più equilibrata, sensibile e coesa. In particolare il Canton Ticino, per quanto riguarda la musica, è una regione con una grande offerta artistica, con dirigenti preparati e attivi nella loro funzione di promotori culturali. Abbiamo un’orchestra brillante, un festival importante, una serie di concerti di altissimo livello, un Conservatorio molto interessante con un corpo docente riconosciuto a livello internazionale. Tuttavia non dobbiamo accontentarci di quello che già abbiamo: dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per essere allo stesso livello di realtà ancora più avanzate ed essere ugualmente competitivi.

Il programma del suo recital prevede una prima parte con Hindemith e Franck e una seconda parte del tutto ispanica con Granados, De Falla e Cassadò. Ci può raccontare da cosa sono state dettate le scelte e gli accostamenti di questo programma?

Quando mi è stata offerta l’opportunità di tenere un recital nell’ambito di Ticino Musica ho pensato che dovevo offrire un programma che, in qualche modo, mi rappresentasse come musicista, ma che fosse anche accessibile, fresco e adatto a un evento estivo. Lo Scherzo di Hindemith è un’opera giovanile con un’aria da ouverture, che considero molto appropriata per iniziare il concerto. La Sonata di Cesar Franck (originale per violino) è un’opera a me molto cara, che ho eseguito in innumerevoli occasioni e che penso sarà di grande impatto. È una delle opere più importanti e “perfette” del repertorio cameristico, ricca di espressione e fantasia. La seconda parte sarà dedicata al repertorio spagnolo. Si tratta di brani che forse non si ascoltano abitualmente, ma con i quali mi identifico molto e che spesso inserisco nei miei recital. Si tratta di un repertorio dalla grande personalità, freschezza e allegria, dominato dai ritmi delle danze popolari che, nel suo insieme, sono sicuro piacerà al pubblico.

I recital in Aula Magna di Ticino Musica vedranno protagonisti altri maestri, ma anche diversi giovani di talento. Cosa significa per un giovane musicista potersi esibire nell’ambito di un Festival internazionale?

Per un giovane musicista è importante poter salire sul palco e sperimentare il più spesso possibile quanto la sua preparazione sia effettiva. L’obiettivo finale di tutto il nostro lavoro è il momento del concerto. È solo in quel momento che ci si rende conto di come si deve arrivare preparati. Bisogna tenere conto di molti fattori: l’interiorizzazione del testo musicale, la comprensione dello stesso attraverso una buona struttura, la resistenza fisica, la forza mentale, il controllo dei nervi e, soprattutto, lo sviluppo della capacità di trasmettere emozioni attraverso una buona declamazione del testo musicale.

Per un giovane musicista è importante anche avere un buon curriculum, per cui se, oltre a suonare, partecipa a un festival internazionale, più è importante, più sarà rilevante. I concerti di Ticino Musica del ciclo ‘Grandi maestri e giovani promesse’ sono un elemento molto stimolante per le nuove generazioni di talenti, perché le mette a confronto con una realtà professionale e, in un certo senso, le costringe a tirare fuori il meglio del loro potenziale. Indubbiamente, un giovane musicista che ha la possibilità di esibirsi regolarmente sul palco impara più rapidamente a svilupparsi come artista.