L'artista si è spenta all'età di 83 anni nella sua casa di Küsnacht vicino a Zurigo, dopo lunga malattia
“È con grande tristezza che annunciamo la sua dipartita. Con la sua musica e la passione senza limiti per la vita, ha incantato milioni di fan in tutto il mondo e ispirato le stelle del domani”. Così la pagina ufficiale Facebook annuncia la morte di Anna Mae Bullock, per tutti Tina Turner. “La Regina del Rock'n Roll – ha dichiarato il suo portavoce, secondo quanto riferisce Sky News – è morta serenamente oggi all'età di 83 anni dopo una lunga malattia nella sua casa di Küsnacht vicino a Zurigo. Con lei, il mondo perde una leggenda della musica e un modello".
Tina è una delle più straordinarie performer mai apparse sui palcoscenici: Mick Jagger, tanto per fare un nome, che è un suo amico fraterno, ha sempre ammesso di averle "rubato" il modo di stare in scena, ai tempi in cui i Rolling Stones erano così giovani da aprire i concerti di Ike & Tina Turner. Le loro performance insieme, a cominciare da quella a Live Aid, sono pagine di storia. Un'icona di bellezza senza tempo, un fascino irresistibile, probabilmente le gambe più belle della storia della musica (e non solo).
Una voce inconfondibile, graffiante, immersa nella storia della black music ma perfetta per il pop da classifica, la capacità di resistere a un'esistenza che racchiude almeno tre vite, una naturale empatia sono gli elementi che ne hanno fatto una delle artiste di maggior successo di sempre.
Se fosse necessario trovare una sintesi alla sua vita, si potrebbe definirla come un inno alla resilienza. Pochi anni fa, suo figlio Craig, avuto quasi adolescente da una relazione precedente a quella drammatica con Ike Turner, si è suicidato a 59 anni. Ultimo colpo di una vita piena di drammi: Ike Turner, il marito con cui aveva messo su una band che è stata determinante per la nascita del rock'n'roll e che l'ha resa famosa, si rivelò un uomo violento, una sorta di schiavista domestico, che, nonostante il clamoroso successo di brani come "Proud Mary", "Nutbush City Limits" e "River Deep Mountain High", trasformò la vita di Tina in un incubo. Come è stato raccontato tante volte, da quell'orrore fuggì senza praticamente nulla, ricominciando da zero.
Poi la sua seconda vita da super diva, costruita passo passo con una delle più celebri cover di "Let's Stay Together" di Al Green, "Private Dancer", "What's Love Got To Do With It", "The Best" in un crescendo clamoroso fatto di record di vendite (si parla di oltre 200 milioni di copie vendute), concerti incredibili, Grammy Award, il Kennedy Center Honors, gli omaggi di altri artisti (su tutti quello di Beyoncé), ruoli cinematografici indimenticabili, l'Acid Queen di "Tommy", la Aunty Entity di Mad Max, (accompagnato dal successo mondiale del brano "We Don't Need Another Hero"). Negli ormai trent'anni della sua nuova vita ha trovato conforto nel buddismo, è diventata cittadina svizzera trasferendosi sul lago di Lugano, si è sposata con Erwin Bach, un uomo più giovane di lei.
Ma evidentemente il suo destino è quello di dover ricominciare. Quando sembrava che finalmente potesse approdare alla serenità è la sua salute a cedere: prima un ictus, poi un tumore all'intestino, infine una grave insufficienza renale che l'ha messa di fronte alla scelta tra dialisi e trapianto. Con la sua proverbiale sincerità, Tina ha ammesso di aver pensato anche al suicidio assistito.
Poi il marito le ha donato un rene, restituendole un'esistenza serena. Negli ultimi anni ha vissuto un'esistenza più ritirata, anche se si concedeva qualche apparizione alle sfilate dei più grandi stilisti. La donna che visse tre volte, la regina del rock.