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‘Freddie’ Albertoni, nel nome del blues e in quello di Hewitt

Atteso con i Cannonballs in Polonia per la finale dell'European Blues Challenge, il bassista e cantante ticinese presto in radio ‘alla maniera’ di Norman

Federico ‘Freddie’ Albertoni
(Christophe Losberger)
23 maggio 2023
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La piacevolezza dell’eloquio di Federico Albertoni, alias Freddie – Freddie dei Cannonballs, per la precisione – è finito alla radio. Alla vigilia di un nuovo importante appuntamento per la band capitanata dal bassista e cantante ticinese, giunge notizia di un Albertoni conduttore radiofonico. Il suo programma si chiamerà ‘Melting Pot’ e avrà una doppia valenza. La prima è prettamente musicale: «Nel giro della radio – ci spiega Freddie – sono entrato per parlare dei miei progetti. Poi, poco prima dell’inizio del periodo pandemico, Fabrizio Casati mi ha coinvolto nel suo ‘Music for Dummies’, una trasmissione che partiva dal principio che lui era il dummie (più o meno, “il negato”, ndr), quello che non capiva granché di musica e a ogni puntata chiamava un ospite diverso che gli spiegasse uno specifico genere musicale». Albertoni, naturalmente, gli ha spiegato il blues. «Poi è arrivata la pandemia e per la seconda stagione, io e Fabrizio abbiamo lavorato al programma insieme: si è parlato di blues e affini, e di tanta musica afroamericana. Il programma è andato bene e sono stato contattato per farne uno estivo tutto mio su Rete Uno, sempre incentrato sulla musica di matrice afroamericana».

La seconda valenza del programma è affettiva e riguarda Norman Hewitt, il padre di Blues To Bop spentosi 74enne nel 2017. «‘Melting Pot’ era il suo programma su Rete Due, nel quale parlava principalmente di blues. Per il mio ‘Melting Pot’ ho provato a seguire le sue orme. Norman è sempre stato molto vicino a quanto io ho fatto sin dalla mia prima band. Ho grande riconoscenza nei suoi confronti, mi manca molto e mi è venuto naturale seguire la sua strada, sia a livello d’impostazione della trasmissione, sia di titolo, che è chiaramente un tributo».

Sweet Home Chorzòw

Freddie & The Cannonballs tornano a difendere i colori rossocrociati nel mondo del blues. In quanto vincitori, nel luglio del 2021 a Basilea, dello Swiss Blues Challenge, Albertoni & Friends quei colori li avevano già difesi all’International Blues Challenge di Memphis, Tennessee, l’anno successivo. Restava la finale europea, altro accesso consentito dalla vittoria del 2021, cosa che per ritardi pandemici può avvenire soltanto dal primo a 6 giugno prossimi. E avverrà a Chorzòw, polo economico della Polonia e non solo: «In città c’è anche un museo del blues, credo che la scelta di questa località non sia affatto causale».

Se e Memphis andò soltanto una rappresentanza dei Cannonballs, all’European Blues Challenge di Chorzòw andranno tutti: «La destinazione è meno complicata dal punto di vista logistico, e ci dà l’occasione per presentare il senso compiuto del nostro progetto, con le sonorità che servono». Domani, a questo proposito, il concerto al Bar Settecentesimo di Bellinzona sarà una sorta di warm up per la Polonia, dove la finale sarà «in forma di open air molto grande, con tante band, ognuna con un set di venti minuti a disposizione».

C’è un’altra novità all’orizzonte per i Cannonballs di Freddie. Si chiama Chris Butcher, trombonista di New Orleans che li raggiungerà per i concerti di giugno. «Ha un accordo annuale con JazzAscona, che lo scorso anno ha creato abbinamenti tra band locali e della città sul Mississippi. In quell’occasione abbiamo suonato con lui, canadese trapiantato a New Orleans, con uno studio di registrazione aperto lì, che in pratica lo rende uno del posto. Arriva in Ticino una settimana prima grazie alla collaborazione di JazzAscona e quella dell’Open air di Monte Carasso, dove suonerà con noi, e in un’altra data che ci porterà poi ad Ascona. In questo modo continuiamo un’operazione che potrebbe avere uno sbocco anche a livello discografico: ci piacerebbe registrare alcuni brani tra New Orleans e il Ticino».

Legami

Dopo il radiofonico e il bluesman, c’è un terzo Albertoni: quello che suona il basso nei Vad Vuc. «Sembra che sia così. Sabato scorso ho fatto il mio primo concerto con loro all’oper air del Canton Argovia, una bella botta, una bella energia. Io dei Vad Vuc sono fan, li ho sempre sentiti volentieri dal vivo e a loro mi lega anche il batterista, Roby Panzeri, che è lo stesso di Freddie & The Cannonballs. Per questo concerto si sono ritrovati a sostituire un polistrumentista, ma cercavano un bassista per una sola data; alla fine ci siamo detti che imparare un intero repertorio dei Vad Vuc, cosa tutt’altro che scontata, poteva valere l’occasione di continuare la collaborazione per tutta l’estate».

Il quarto Albertoni è quello di Liverpool, visto in tv dalle parti del leggendario Cavern in occasione dell’Eurovision Song Contest: «È stato un caso. Io e Fabrizio Casati ci siamo incontrati in aeroporto, eravamo sullo stesso aereo per Manchester. Il mio viaggio a Liverpool era pianificato, lo faccio ogni anno, un po’ perché sono un beatlesiano convinto, un po’ per amore della città. In tv è andata in onda solo una prima parte di quel che ci siamo detti, quella sui Beatles e sul Cavern. Online c’è quella restante in cui parliamo di Liverpool, e dove entrano in gioco le cose che più mi piacciono anche dal punto di vista del mio lavoro d’insegnante, ovvero il luogo, e la cultura britannica».

La coincidenza dev’essere piaciuta, complice il documentario sui Cannonballs a Memphis prodotto da Rsi musica. Storia che continua.

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