laR+ Eurovision Song Contest

E adesso la pubblicità (dove sono le drag queen?)

Sei minuti di esplosione artistica e un gigantesco ‘Liberi di essere chi vogliamo’, che la Rsi non ha trasmesso e la Rai invece sì.

Giovedì 11 maggio, Liverpool Arena
(Keystone)
13 maggio 2023
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“Caro sig. Donadio, leggo sempre i suoi punteggi, ma soprattutto i suoi commenti. Oggi cercavo l’accenno al momento catartico, a mio modesto parere, della serata di ieri (giovedì, ndr), ovvero le tre drag queen (e un esercito di altri ballerini) che hanno cantato il diritto di essere sé stessi. Oggettivamente un capolavoro artistico, come esibizione, e un messaggio fortissimo, se pensiamo agli ascolti di Eurovision. Seguivo su Rai2 e a un certo punto avevo l’impressione che la mia tele non reggesse i colori, e quindi ho girato su La2. C’era la pubblicità della Rega, e sono tornata su Rai2. Nel suo articolo non ho trovato nulla, nemmeno un po’ di fard spruzzato qua e là per farmi capire che la magia non le è sfuggita”.

Ci sono due modi per fare la cronaca dell’Eurovision Song Contest: andare sul posto o dal divano di casa. Sul posto è divertente, a ogni canzone i giornalisti fanno il trenino con le bandiere; a casa invece devi tenere il volume basso, e fare il trenino in due è, oggettivamente, da idioti. Ma anche in tv è bello, e se si è di lingua italiana l’Eurovision lo si segue sulla Rsi o sulla Rai. Ancora una volta abbiamo preferito la Rsi, documentata sugli artisti, sulle canzoni e sulla storia della manifestazione più inclusiva che la musica conosca.

Dopo la lettera del nostro affezionato lettore (nome noto alla redazione), siamo caduti dal fico: è vero, l’Eurovision della Rsi è monco di sei minuti, quelli in cui le tre presentatrici Alesha Dixon, Hannah Waddingham e Julia Sanina s’infilano in una ‘Queen Machine’ dalla quale escono clonate in tre irresistibili drag queen. “Guardatevi, belle persone!”, grida una di esse a metà di un medley; “Eurovision è un posto per tutti, qui possiamo davvero essere ciò che vogliamo!”. Tutto molto bello, ma su La2 non si è visto.

La lettera del nostro affezionato lettore è quasi integrale. Manca qui solo la parte in cui si chiede se il taglio delle drag queen non sia un atto deliberato. Il nostro affezionato lettore magari se lo aspetterebbe dalla Rai, nei giorni in cui in Italia si parla di “etnia italiana” e di famiglia ‘tradizionale’. Da noi interpellata, così risponde la Rsi: “Gli organizzatori dell’Eurovision Song Contest propongono per ogni serata un programma senza alcuna interruzione o pausa e definiscono i momenti durante i quali, e per che durata, le televisioni possono riprendere la linea per le pause pubblicitarie, sospendendo momentaneamente la diffusione in diretta dell’evento. Per assicurare la diretta di tutte le esibizioni in concorso, la Rsi ha scelto di diffondere le pause pubblicitarie, nei momenti tra quelli indicati dagli organizzatori, dedicati alle esibizioni fuori concorso. Purtroppo l’esibizione delle Drag Queen era compresa proprio in uno di questi. La sospensione momentanea della diretta è dipesa, e dipenderà anche per la finale di sabato sera, esclusivamente dalle indicazioni delle tempistiche fornite degli organizzatori, dalle regole del palinsesto, e dalla priorità di offrire la copertura di tutte le esibizioni delle artiste e degli artisti in concorso”.

C’è un’altra lettera, di un altro nome noto alla redazione, che si firma con le iniziali. Dice così: “Cara Rsi, tu sei sempre molto precisa, non come la Rai che negli anni 70 mandava il telegiornale sul match point di Wimbledon, e il vincitore del Festival di Sanremo lo annunciava il radiogiornale del mattino dopo. Cara Rsi, dicevo, non ti porto rancore, perché Gian-Andrea Costa ne sa di musica, altro che Mara Maionchi. Però, se puoi, metti un link sul tuo sito al video della ‘Queen Machine’, perché ne valeva davvero la pena. Soprattutto di questi tempi. Cordialmente. B.D.”.


Keystone
Giovedì 11 maggio, Liverpool Arena