Per quelli degli Swiss Music Awards, di cui è finalista, è ‘der Italo-disco-pop-newcomer’. Venerdì 7 aprile al Foce, a luglio al Paléo
«Quando hanno annunciato i nomi sono rimasto sorpreso. Ero già felice di essere negli Srf 3 Best talent. Ora cercherò di fare tutto per far sì che si possa vincere». E perché un artista vinca lo Swiss Music Award, dalla proclamazione dei candidati in avanti giocano un ruolo fondamentale le fan base, che calcisticamente parlando sono i supporter, o gli ultrà, ma gli ultrà pacifici (ammesso che ne esistano). Chi volesse, dunque, il ticinese Valentino Vivace sul podio più alto del massimo riconoscimento confederato legato alla musica, potrà votarlo dal 13 al 30 aprile; poi, il 17 maggio alla Bossard Arena di Zugo, si tireranno le somme.
Per quelli dello Swiss Music Award, Valentino Vivace – all’anagrafe Valentin Kopp, già batterista dei ticinesi (d’origine) Bumblebees – è “der Italo-disco-pop-newcomer”, ovvero il nuovo arrivato dell’Italo-disco-pop, lì dove per sonorità sta l’album ‘Meteoriti’, uscito nel novembre del 2022 e orgogliosamente autoprodotto.
Il sogno di andare a Sanremo (svelato alla stampa con l’uscita del disco) è in sospeso, ma il Vivace si è rifatto con la candidatura di cui sopra e con un paio di esibizioni di prestigio come quella al Paléo Festival di Nyon del 23 luglio e quella all’OpenAir di San Gallo, il 30. Prima che questo accada, ‘Meteoriti’ cadranno a Lugano sul Foce, venerdì 7 aprile alle 21.30 (prevendita: www.ticketino.com).
Ti eri augurato che ‘Meteoriti’ potesse essere ‘vivace’ come un Campari Spritz, fra un po’ ti servirà un barman…
Il mio obiettivo era fare una cosa bella grande, ma che andasse così bene in modo così veloce, quello non l’avrei mai pensato. Credo che a funzionare sia stato l’aver fatto quel che avevo voglia di fare, non mi sono posto troppi paletti, mi sono lasciato trasportare da ciò che sentivo. Da un lato, avevo voglia di condividere la passione per le cose molto ballabili, perché ballare e cantare insieme è bellissimo, e allo stesso tempo volevo parlare dei temi che mi hanno accompagnato negli ultimi due anni, nei quali anche altri possono identificarsi.
Scritto e prodotto da Valentino Vivace: mania di controllo? Perfezionismo?
È provare ad avere una visione globale del mio prodotto, curarlo dalla A alla Z. In questo modo il lavoro è stato molto, ma anche la soddisfazione.
La storia dei frontman passati dalla batteria al fronte del palco presenta un’ampia casistica: quanto hai sofferto alle spalle di tutti, se hai sofferto?
Non ho sofferto per niente, continuo a fare musica anche con i Bumblebees. È solo prevalsa a un certo punto la voglia di essere davanti, di fare qualcosa di nuovo, di aprire l’orizzonte, di cantare e suonare la chitarra. Stare dietro, alla batteria, è una cosa che adoro, ma per un progetto di questo tipo avevo voglia di fare lo show, perché fare lo show mi diverte.
Folgorazioni sulla via del frontman? Muse o musi ispiratrici/ispiratori?
Dovrei pensarci… ma credo che sia il fatto in sé ad avermi sempre attirato, è una cosa che ho sentito sin da piccolo, quando facevo un po’ il pagliaccio. Intrattenere le persone fa parte di me, è una cosa che mi diverte molto. Non so se esista un’artista in particolare, ma faccio attenzione al frontman ogni volta che sono a un concerto, mi piace guardarlo, studiarlo. Mi è successo di recente con Damon Albarn dei Gorillaz, è incredibile come riesca a connettere tutti, quelli sul palco e il pubblico.
A luglio il Paléo e San Gallo: mai suonato davanti a tutta quella gente?
No, credo che saranno per me le platee più grandi, e non vedo l’ora. Ma ho intenzione di fare quello che farei anche se mi trovassi davanti a dieci o cento persone. Spero che il pubblico ballerà con noi.