Jazz Cat Club

Strino-Tandoi, Napoli incontra Roma e lo swing diventa solare

Una pianista e una chitarrista accomunate dall’amore per lo swing e per la melodia, venerdì 27 gennaio al Teatro del Gatto. Intervista a Francesca Tandoi

Eleonora Tandoi (pianoforte) ed Eleonora Strino (chitarra)
26 gennaio 2023
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Due giovani artiste dal talento e dalla solarità coinvolgente. Chitarrista, attualmente in tournée con Ornella Vanoni, Eleonora Strino. Pianista, Francesca Tandoi. La prima napoletana, la seconda – protagonista di questa intervista – romana. Due artiste accomunate dall’amore per lo swing e per la melodia che si incontrano sul palco del Teatro del Gatto di Ascona venerdì 27 gennaio alle 20.30, nell’ambito della stagione musicale del Jazz Cat Club (biglietti alla cassa o in prevendita su www.jazzcatclub.ch).

Nove anni fa, giorno più giorno meno, ti sei esibita la prima volta al Jazz Cat con il vibrafonista Frits Landesbergen: che ricordi hai di quel concerto? E che cosa è cambiato da allora per te come artista?

Ho un ricordo molto bello. Suonavo con una band importante su un palco importante. Ero emozionatissima. Un po’ di cose sono cambiate da allora. Intanto mi sono diplomata al Conservatorio di Den Haag e poi, come si suol dire, sono cresciuta, maturata, faccio molti più concerti da leader. E nel frattempo c’è stato pure un cambiamento radicale nella mia vita, perché dopo undici anni passati in Olanda sono tornata a vivere in Italia. Avevo bisogno di ritrovare il calore di casa, gli affetti. Ora vivo a Bologna, insegno pianoforte al conservatorio, suono molto e posso dire di essere felice.

Quindi un ritorno a casa più che positivo…

Sì, molto, anche perché continuo a viaggiare molto. L’Italia è solo, diciamo così, la mia nuova base. Bologna è una città in cui si vive benissimo, molto meglio che a Roma, il Conservatorio ha il suo prestigio è stato il primo ad avere in Italia un dipartimento jazz. E poi non ho mai suonato tanto come in questo periodo, forse perché essendo stata via dall’Italia sono un po’ percepita come una novità. Il bello dell’Italia poi, rispetto all’Olanda, è che d’estate si tengono una miriade di festival musicali. In quasi ogni paese ne trovi uno. Dopo la pandemia c’è stata una vera esplosione, una gran voglia di ritrovarsi e tornare a suonare e sentire musica dal vivo. E anche adesso l’onda è positiva.

Con Eleonora Strino come vi siete incontrate?

È stato un paio di anni fa, un caso un po’ fortuito. Ricevo la telefonata di un organizzatore che vuole metter su un progetto di sole donne musiciste, una cosa che mi è stata spesso proposta, ma che non mi è mai piaciuta tanto, perché a mio parere bisogna scegliersi come musicisti nel momento in cui vi è una reale affinità musicale e non in base al genere. L’organizzatore mi dice che suonerei con Tizia, Caia e Sempronio e con Eleonora Strino, che conoscevo perché l’avevo vista sul web. Al che ringrazio, ma declino l’invito, dicendogli che le ragazze sono tutte bravissime ma vanno in una direzione musicale totalmente diversa dalla mia. E che l’unica con la quale mi piacerebbe veramente suonare è Eleonora. Lui mi dice: "Ma è incredibile perché ho appena staccato il telefono con Eleonora e lei ha detto esattamente la stessa cosa...". Dopo di che, manda un messaggio a entrambe dicendo: "Guardate, avete dato la stessa risposta e vi dovete assolutamente sentire e conoscere". Dieci minuti dopo mi chiama Eleonora: ci siamo parlate per due ore, lei super napoletana e io super romana ci siamo fatte un sacco di risate, ed è così che siamo diventate istantaneamente amiche, e che dopo qualche mese ci siamo ritrovate su un palco.

Suonate spesso assieme?

Non tanto. Fino a ora abbiamo fatto una mezza dozzina di concerti, anche perché viviamo lontane ed entrambe viaggiamo parecchio. Ma ci riprenderemo presto, perché abbiamo in ballo un disco assieme.

Piano chitarra e due voci è una combinazione assai originale…

Sì, in effetti, è abbastanza inusuale, non è facile far coesistere due strumenti così. Però devo dire che ci viene abbastanza facile. Il terreno d’intesa è il senso comune del ritmo, il timing, lo swing, l’amore per questa musica, per la melodia. E anche il fatto di cantare entrambe aiuta. Eleonora poi è bravissima: nella sua musica si sente anche l’influenza della melodia napoletana. E la sua simpatia e allegria sono contagiose.

Quale repertorio proporrete ad Ascona?

Standard e nostre composizioni originali, un paio mie e un paio di Eleonora.

Un tempo c’erano quasi esclusivamente donne cantanti. Possiamo dire che le donne stanno un po’ alla volta conquistando la scena del jazz?

Sì, è vero. Lo possiamo dire ed è una cosa bellissima. New York, ad esempio – ma la cosa si nota anche in Europa– è piena di bravissime strumentiste, ragazze che suonano la batteria, il basso, il sax o altro. Penso che la cosa sia dovuta al fatto che il jazz è diventato più popolare. Oramai lo si insegna in tutti i conservatori. E poi c’è il fenomeno dell’emulazione. Tutte queste musiciste sul palco ispirano le nuove generazioni. Ci sono buone chance, insomma, che si raggiunga la parità quantitativa anche in questo campo, mentre a livello di qualità artistica e musicale la cosa è già ampiamente assodata.

Quali progetti hai in cantiere?

Parecchi. In estate entrerò in studio con un progetto molto originale, con il mio trio e un quartetto d’archi. Poi girerò col mio trio italiano, farò un tour europeo con Frits Landesbergen e Max Ionata, ed è prossima l’uscita di un cd registrato a Roma col mio trio olandese durante il periodo del Covid. E non da ultimo, sarò in studio di registrazione con Eleonora. Non vedo l’ora!