Per clausola, i live possono essere annullati solo in assenza di Jagger e Richards, ma Tony Barrell, autore di un saggio sui batteristi, suggerisce di finirla qui.
Gli Stones sono attesi il 26 settembre a St. Louis, prima tappa di un tour che avrebbe già visto l'afro-americano Steve Jordan alla batteria nei 13 stadi del ‘No Filter’ tour. La scomparsa di Charlie Watts, primo e unico a percuoter pelli da quasi sessant'anni, però, è più che un presagio. Keith Richards posta una foto della Gretsch del collega scomparso, con sopra il cartello ‘Closed’ (chiuso). E sebbene, per una vecchia clausola contrattuale, i concerti degli Stones possono essere annullati solo in assenza di Mick Jagger e Richards, Tony Barrell, giornalista britannico e autore di un saggio sui più grandi batteristi di tutti i tempi, ha suggerito alla band di chiuderla qui: “Molti complessi sono andati avanti dopo la morte di uno di loro. Gli stessi Stones lo hanno fatto dopo la scomparsa di Brian Jones nel 1969”. Stavolta però, secondo Barrell, è arrivata l'ora di dire basta “per rispetto a Watts” e perché senza di lui la fisionomia della band è cambiata per sempre. “Non sarà più lo stesso suono”. L'invito di Barrell, visti anche i problemi di cuore di Jagger, è quello di seguire le tracce lasciate da Paul Simon e Joan Baez, coi rispettivi tour d'addio.