Spettacoli

77 Bombay Street: 'Su Biasca abbiamo un buon feeling'

Sono uno dei due main act di Spartyto Open Air. Il 28 agosto a Biasca, in ottobre il nuovo disco 'Start Over’. Matt, il frontman: 'Anche per noi è un nuovo inizio'.

Matt Buchli (Keystone)
10 agosto 2021
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Sono quelli di ‘Up In The Sky’, se la si vuol dire in breve. Breve come i tre minuti e mezzo di un singolo a presa rapida che parlava di evasione, cantato dall’interno di una claustrofobica scatola bianca. Sono trascorsi dieci anni dal 2011, anno di pubblicazione di un album che portava come titolo quello del singolo, ‘Up In The Sky’ appunto, vincitore di un disco d’oro e uno di platino. Ma ci vollero due singoli prima che la title-track esplodesse (’47 Millionaires’ e ‘Long Way’). Un anno dopo, i 77 Bombay Street, per quella canzone, si sarebbero portati a casa due Swiss Music Awards 2012, uno per la Miglior canzone nazionale e un altro per il miglior album pop/rock, altrettanto nazionale. Più altri premi, prima e dopo. Li si aspettava a marzo 2020, i 77 Bombay Street, ed è andata com’è andata. Oggi – prima di continuare a Lachen, Berna, Soletta, Zurigo, Basilea e altra Svizzera pronta ad ascoltarli – i fratelli Buchli passano dalla Piazza Centrale di Biasca a impreziosire la due giorni di Spartyto, open air che li vede main act della serata di sabato 28 agosto, che è anche la serata dei ticinesi MakePlain e degli altrettanto ticinesi Joe Dallas & The Monks. Il giorno prima, venerdì 27 agosto, il main act sarà rappresentato dai Sinplus, per una triplice offerta completata dal Collettivo Terry Blue di Leo Pusterla e dai Midnight lovers & the Horny Horns.

Prima della pandemia, parlando di quel singolo apriporte, Matt – frontman e chitarra di una band di fratelli che include anche Joe, Esra e Simri-Ramon Buchli – diceva di “un brano molto semplice che ha il potere di rendere di buonumore, una qualità che di questi tempi non è proprio secondaria”. Buonumore ancor più attuale oggi. «Mi sembra che sognare, sperare in un posto migliore, come quello che descriviamo in ‘Up In The Sky’ – spiega oggi Matt a laRegione – aiuti a vivere, specialmente durante questa crisi sanitaria». Il Buchli che canta si fa tramite del momento di felicità derivante dal poter tornare a suonare: «È fantastico, l’abbiamo aspettato tanto. In questo momento suoniamo molto io ed Esra, in piccole location, in una forma più flessibile che non l’intera band. Per noi è importante avere il feedback dalla gente e sentire la gioia e la felicità che genera la musica».

Tra l'Africa e Scharans

Tanto tempo è passato da quel singolo. La vita più recente dei 77 Bombay Street è viaggiata sui binari di ‘Train Home’, acustica che più acustica non si può, elementare nel migliore dei casi, chitarre e voci che si caricano un pianoforte, un basso e l’essenziale di un drum set per reggere semplici concetti come “And I remember your pretty face, the most beautiful thing in this place”, e l’intimità di prendere insieme un treno che porta a casa. «‘Train Home’ è basata in parte su di una storia vera, integrata con un’altra parte romanzata. Non mi va di dire troppo, è qualcosa di estremamente personale alla quale, affinché funzionasse non solo per me, ho pensato di aggiungere della fiction per renderla più appetibile».

La bella ‘Train Home’ è il prologo a ‘Start Over’, futuro e quarto episodio d’inediti dei quattro ‘bro’ basilesi trasferitisi ad Adelaide, Australia, al numero 77 di Bombay Street apposta per dare il nome alla band (si scherza, naturalmente. Comunque, il nome viene da lì). «L’album è stato registrato a Zurigo. Alcuni pezzi li ho scritti in Africa, dove mi trovavo per la mia tesi di scienze dell’alimentazione, altri li abbiamo scritti insieme a Scharans. È un disco molto personale e anche un po’ inusuale visto che parliamo anche d’amore, sul quale generalmente non scriviamo tanto. Ma si parla anche di natura e di tutte le cose che ci motivano. ‘Start Over’ anche perché è un nuovo inizio per noi, abbiamo avuto una lunga pausa, l’ultimo album risale a 6 anni fa».

Per finire. «Su Biasca abbiamo un bel feeling – conclude Matt – ma lo abbiamo sempre sul Ticino in generale. Sarà perché ci piacciono i climi caldi, o sarà l’approccio del pubblico ticinese, che canta sempre con noi. Amiamo la loro mentalità. Anche per questo a Biasca daremo tutto quello che abbiamo».

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