Aspettando gli Oscar, i premi del sindacato degli attori di Hollywood premiano attori non bianchi
Per la prima volta attori non bianchi hanno fatto man bassa ai premi del sindacato degli attori di Hollywood, aprendo la strada a una annata Oscar che si preannuncia storica, all’insegna della diversità. Mai era accaduto in 27 anni che tutte e quattro le statuette principali andassero ad attori non bianchi. Chadwick Boseman ha vinto come miglior attore protagonista per la sua ultima interpretazione in ‘Ma Rainey’s Black Bottom’ così come la sua co-star Viola Davis si è aggiudicata per la quinta volta uno Screen Actors Guild Award per la miglior parte femminile battendo Frances McDormand (Nomadland) e Carey Mulligan (‘Promising Young Lady’). L’afro-americano Daniel Kaluuya è stato scelto come miglior attore non protagonista per ‘Judas and the Black Messiah’.
Miglior attrice non protagonista per la parte della nonna in ‘Minari’ è stata la 73 Yuh-Jung Youn: la “Meryl Streep sudcoreana” è scoppiata a piangere per la gioia di “essere riconosciuta da occidentali” avendo battuto favorite come Maria Bakalova (‘Borat’) e Glenn Close (‘Elegia Americana’).
Chadwick Boseman è morto lo scorso agosto a 43 anni. Quest’anno è considerato il grande favorito per gli Oscar avendo già vinto un Golden Globe e il premio della critica (il vero test saranno i Bafta la prossima settimana): “Se vedi che il mondo è sbilanciato, sii il crociato che spinge con forza sull’altalena della mente”, lo ha citato Simone Ledward Boseman, la vedova, accettando la statuetta a nome del marito. Il premio per il miglior cast, che ai Sag è considerato l’equivalente del miglior film agli Oscar, è andato al ‘Processo ai Chicago 7’ di Aaron Sorkin con Michael Keaton al suo terzo riconoscimento e la prima volta per un film di una piattaforma in streaming, in questo caso Netflix. Nulla per ‘Nomadland’: la creatura di Chloe Zhao considerata front-runner agli Oscar avendo vinto ai Golden Globes e ai premi dei produttori non era neppure candidata per il miglior cast avendo effettivamente solo due attori professionisti - oltre alla McDormand, David Strathairn - accanto a veri “nomadi” che interpretavano se stessi.
I Sag sono spesso considerati precursori degli Oscar in quanto gli attori sono una fetta consistente dei membri dell’Academy. L’anno scorso ‘Parasite’, vincitore per il miglior cast, si aggiudicò la statuetta più prestigiosa e gli attori premiati - Renée Zellweger, Brad Pitt, Laura Dern e Joaquin Phoenix – hanno vinto nella “notte delle stelle”. Quest’anno la cerimonia si è svolta in formato abbreviato: niente tappeto rosso e appena un’ora di ringraziamenti pre-registrati via Zoom in onda su Tbs e Tnt.
I Sag hanno anche un versante televisivo. Tra le serie tv ‘The Crown’ ha vinto due premi - outstanding performance e miglior attrice a Gillian Anderson, la Margaret Thatcher della quarta stagione. La ‘Regina degli Scacchi’ Anya Taylor-Joy ha vinto per le miniserie. Un doppio premio è andato anche ai canadesi di ‘Schitt’s Creek’ (miglior serie comedy e la miglior attrice comedy Catherine O’Hara) mentre Jason Sudeikis ha vinto per ‘Ted Lasso’, Jason Bateman per ‘Ozark’ e Mark Ruffalo per ‘I Know This Much Is True’.