Il progetto online del Lac di Lugano si è aperto con le ‘Poesie anatomiche’ di Camilla Parini e Alessio Maria Romano
È il corpo della performer, essenziale, fluido e contratto al contempo, che si muove e abita nuove forme nascoste del Lac, il protagonista di questo originale e riuscito video artistico. Stiamo parlando di ‘Poesie anatomiche’ il primo appuntamento della generosa rassegna proposta dal centro culturale luganese che prende il nome di ‘Lingua madre’ (vedi www.luganolac.ch/lingua-madre).
Un’opera, quella online sul sito del Lac da sabato 13 marzo, che vede messa in scena la parola scritta delle ‘Poesie anatomiche’ di Francesca Sangalli attraverso il solo movimento.
Le nove brevi poesie, come suggerisce il titolo, introducono all’interno dell’anatomia umana raccontando emozioni e stati d’animo attraverso le parti del corpo. E allora cute e vasi sanguigni, tendini tesi, glottide, regione ombelicale, ossa, cellule e mucose sono i diversi protagonisti di questi versi sincopati, a tratti paradossalmente evanescenti nella loro cruda concretezza, che dicono di paura e indecisione, euforia e regressione.
A leggerli, interpretarli e proporli al pubblico è la giovane artista Camilla Parini, in questa occasione diretta dal coreografo e pedagogo Alessio Maria Romano, vincitore del Leone d’Oro alla scorsa edizione della Biennale Teatro di Venezia. Lo fa muovendosi nelle diverse ‘pieghe’ del Lac – quasi fosse un gigantesco corpo lui stesso – in una danza composta dai nove movimenti dell’opera poetica. Una performance che sviluppa i versi della Sangalli in un perpetuarsi di slanci e indolenze, torsioni e aperture, che fa sentire a volte la leggerezza del corpo all’interno dell’architettura, a volte il peso della gravità che lo tiene ancorato al terreno.
Sul palco non possiamo vedere nulla oggi, e allora la camera – diretta magistralmente da Olmo Cerri (REC) – segue Camilla Parini in tutto quello che sta attorno al centro della scena, permettendo a noi spettatori di conoscere cucine, camerini, bagni, locali tecnici, scale e ascensori. Una curata estetica e il montaggio complesso, impreziosiscono e valorizzano ancora di più il lavoro di Parini e Romano. La performer in svolazzante gonna ingombrante nera e scarpe da ginnastica cammina sulle superfici più svariate e gioca con gli elementi architettonici e i materiali della struttura. Seguendo una colonna sonora quasi in crescendo, composta dai rumori che fanno respirare il Lac, sembra quasi che gli artisti – sul finale anche il coreografo è in scena – si alleggeriscano poi per tornare alla nudità del proprio corpo, ancorato alla terra, scaldando e rendendo umane così le immagini prima composte soprattutto da piastrelle, lamiere, ferro e specchi.
Le ‘Poesie anatomiche’ – video e testo poetico – sono il primo tassello di quella che si promette una ricca biblioteca virtuale, a dimostrare che il corpo può tornare alla scena e che una più che valida alternativa alla semplice ripresa video di spettacoli passati può esistere ed è una via che va continuamente esplorata.