Nei prossimi giorni la California renderà note le misure di protezioni sui set di film, serie tv e pubblicità. Ma resta l'incongnita della contea di Los Angeles
Il governatore della California Gavin Newson ha annunciato che lunedì prossimo saranno rese note linee guida per la ripresa delle produzioni di film, serie tv e pubblicità nel suo stato. "Stiamo mettendole a punto e prevediamo di renderle note il 25 maggio in modo da consentire i primi movimenti nella vostra industria", ha detto Newson durante una videoconferenza con executive di Hollywood.
Durante la conversazione, di cui dà notizia l'"Hollywood Reporter", alcuni partecipanti hanno illustrato idee su come tornare al lavoro e quanto hanno appreso da altri paesi.
Il capo dei content di Netflix, Ted Sarandos, ha osservato che il colosso in streaming sta attualmente girando in Corea del sud, Islanda e Svezia e che ciascuna produzione mette in atto diversi protocolli: "in Svezia non si fanno test ma cast e troupe si mettono in auto-quarantena per settimane prima dell'inizio delle riprese. In Corea de Sud sei immediatamente testato. In Islanda attori e assistenti alla produzione arrivano in macchine separate sul set". Sarandos ha aggiunto che non basta che i set siano sicuri: "E' il personale che si deve sentire tranquillo per tornare con successo al lavoro".
Ava Du Vernay, la regista di Wrinklein Time, ha suggerito a sua volta che l'esperienza del Coronavirus ha insegnato molto al mondo dell'entertainment e che esperienze come quelle del telelavoro non devono andare perdute: "Abbiamo imparato a lavorare come non avevamo mai immaginato, creando ad esempio stanze virtuali per gli sceneggiatori. Sono tutte procedure che dobbiamo portare con noi e su cui costruire nella nuova era".
Le nuove linee non saranno la luce verde per ricominciare ovunque. Newsom ha spiegato che 53 delle 58 contee della California sono in grado di rientrare nei criteri indicati per la riapertura, non però la contea di Los Angeles, la più vasta e densamente popolata, che resta tuttora l'epicentro della pandemia sia in termini di vittime che di casi di contagio. "A dispetto di alcuni segnali positivi, Los Angeles e' di alcune settimane indietro rispetto al resto dello stato", ha osservato il governatore.