Mentre il suo ultimo film è in testa al box office in Francia, la Società civile degli autori, registi e produttori ha chiesto la sua sospensione
Nel pieno della polemica attorno a Roman Polanski e alle accuse di violenza sessuale al regista - e mentre il suo ultimo film "L'ufficiale e la spia" è in testa al box office in Francia - un'importante associazione di registi francese ha proposto nuove regole ai suoi membri condannati o denunciati per violenze sessuali. Tali regole condurrebbero alla sospensione di Polanski.
"Quarant'anni sono passati fra il primo caso che riguarda Roman Polanski e oggi - ha dichiarato ieri sera il presidente della Società civile degli autori, registi e produttori (ARP), Pierre Jolivet, al termine di una riunione del cda dell'associazione che riunisce 200 registi - i reati sono gli stessi ma il modo in cui vengono percepiti è enormemente cambiato".
Le nuove regole - ha proseguito Jolivet - "porterebbero alla sospensione di Roman Polanski, sempre sotto accusa negli Stati Uniti", paese in cui non ha messo piede dal 1978 per la condanna relativa alle sue relazioni illecite con una minorenne nel 1977. Il cambiamento di statuto sarà sottoposto ai membri dell'associazione la prossima settimana.
Una cittadina francese, Valentine Monnier, accusa Polanski di averla violentata nel 1975 "con estrema violenza, dopo una discesa con gli sci, nello chalet di Gstaad, in Svizzera". "Mi colpì, mi riempì di botte - ha raccontato al quotidiano Le Parisien - fino a quando non opposi più resistenza, poi mi violentò facendomi subire di tutto. Avevo appena 18 anni".