La falce di Luna crescente, Venere e Sirio nel cielo notturno prima del brindisi di mezzanotte
A illuminare la notte di Capodanno non saranno solo i fuochi d'artificio: stelle e pianeti si stanno preparando per offrire uno spettacolo altrettanto mozzafiato, che ci accompagnerà dall'aperitivo della prima serata fino al brindisi della mezzanotte – per chi sarà al riparo dall'inquinamento luminoso delle nostre città, ovviamente. Grazie al meteo favorevole, con solo qualche nube sparsa, tutta Italia potrà esprimere i buoni auspici per il 2020 ammirando la Luna, Venere e Sirio, tra i protagonisti assoluti della serata di festa, come spiega Paolo Volpini dell'Unione astrofili italiani (Uai).
Al calare dell'oscurità, il primo ad accendersi in cielo sarà Venere: "lo troveremo a sud-ovest, un po' più in alto a sinistra rispetto al punto dove sarà tramontato il Sole. Non si può sbagliare, perché il pianeta sarà l'oggetto più brillante nella prima parte della serata", spiega Volpini. Venere, però, ci accompagnerà giusto per il tempo degli aperitivi: "tramonterà circa tre ore dopo il Sole, dunque intorno alle 19:30. Poi lascerà il posto a Sirio, la stella più brillante del cielo notturno, che sorgerà a est per culminare a sud verso la mezzanotte". Vicino potremo riconoscere Orione, la costellazione più nota del cielo invernale, e più in alto Toro e Gemelli, sempre nel cielo a sud-est. Verso sud-ovest, invece, si faranno ammirare Pegaso, Andromeda e Perseo, facilmente riconoscibili anche dai meno esperti.
A rendere tutto più poetico, almeno nella prima parte della serata, sarà la falce di Luna crescente: "chi avrà il cielo sgombro a occidente, ad esempio lungo la costa tirrenica, potrà ammirare la Luna riflessa sul mare", aggiunge Volpini. Tra una portata e l'altra del cenone sarà meglio infilare il cappotto e uscire all'aperto per ammirarla, visto che tramonterà intorno alle 22. La grande assente della serata sarà la cometa aliena Borisov, che "si è molto avvicinata al Sole e per questo non sarà più facilmente osservabile alle nostre latitudini", conclude l'astrofilo.