Cifre in vertiginoso aumento nell'Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute a particolari eventi atmosferici
Alluvioni, cicloni tropicali, tornado, siccità, in 50 anni gli eventi meteo estremi sono aumentati causando quasi 12mila disastri (11'778) e seminato nel mondo oltre due milioni di vittime per un costo che ha superato i 4'300 miliardi di dollari. Sono i numeri aggiornati al 2021 dell‘’Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme‘ che era fermo al 2019, resi noti dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), agenzia delle Nazioni unite, in occasione dell'apertura del 19esimo Congresso mondiale di meteorologia (fino al 2 giugno) a Ginevra.
In particolare, sottolinea l'Omm, "i danni economici sono aumentati vertiginosamente, ma il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto il tasso della perdita di vite umane nell'ultimo mezzo secolo". E una delle massime priorità strategiche dell'Onu, infatti, è garantire l'allarme precoce per tutti nel mondo entro fine 2027, ha ribadito il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Questo è uno dei primi punti all'ordine del giorno del Congresso, che riunisce i più alti rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite, delle banche di sviluppo, dei governi e dei servizi meteorologici e idrologici nazionali responsabili dell'emissione di allerta precoce chiamati anche ad approvare il Piano strategico 2024-2027 e la spesa massima per il prossimo quadriennio.
L'Omm ha aggiornato con i dati degli ultimi due anni l'Atlante che parte dal 1970 da cui emerge che il 90% delle vittime è stato nei Paesi in via di sviluppo, dove spesso mancano i servizi di allerta precoce, che è "una misura di adattamento al clima comprovata ed efficace, che salva vite e fornisce un ritorno sull'investimento almeno dieci volte superiore". Tuttavia, spiega la l'Omm, ne dispone solo la metà dei paesi mentre c’è una copertura molto bassa nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (in particolare dell'area caraibica) e nei cosiddetti paesi meno sviluppati (in Africa e Asia). "Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all'acqua", ha affermato il segretario generale dell'Omm, Petteri Taalas.
Negli ultimi due anni, secondo l'Atlante, i decessi sono stati 22'608 in totale, dato in "ulteriore diminuzione rispetto alla media annuale del decennio precedente. Le perdite economiche sono invece aumentate" soprattutto per le tempeste. A pagare il prezzo più alto in termini di vite umane negli ultimi 51 anni è stata l'Asia con 984'263 morti e 1'400 miliardi di dollari di costi mentre i danni maggiori li hanno pagati gli Stati Uniti con 1'700 miliardi pari al 39% delle perdite economiche mondiali. L'Europa ha avuto 166.492 vittime, l'8% del totale globale, in 1'784 eventi estremi per 562 miliardi di perdite economiche.
In Italia nel 2023, secondo una elaborazione della maggiore associazione di rappresentanza dell'agricoltura (Coldiretti) su dati dell'European Severe Weather Database, sono stati registrati già 500 eventi estremi (+64% sul 2022) con grandinate, bombe d'acqua, bufere di vento e tempeste alternate a siccità.