Scienze

Le zanzare ci fiutano grazie ai loro neuroni

Un sistema ridondante di recettori permette di percepire non solo l’anidride carbonica emessa col respiro, ma anche i vari odori emanati dal nostro corpo

(Keystone)
20 agosto 2022
|

Se le zanzare hanno un fiuto infallibile per gli esseri umani lo devono ai loro neuroni, che sono dotati di un sistema ridondante di recettori in grado di percepire non solo l’anidride carbonica che emettiamo col respiro, ma anche i diversi odori emanati dal nostro corpo. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Cell da un gruppo di ricerca guidato dall’americana Rockefeller University.

I risultati riscrivono la nostra conoscenza del sistema olfattivo degli insetti e fanno intuire la difficile sfida che ci attende se pensiamo di ‘ingannare’ il fiuto delle zanzare per evitare che ci pungano trasmettendo malattie infettive come la malaria. "Questo progetto di ricerca è iniziato davvero inaspettatamente quando stavamo osservando come l’odore umano fosse codificato nel cervello delle zanzare", osserva Meg Younger della Boston University. Le zanzare sono attratte sia dalla CO2 che le persone espirano sia dall’odore del corpo umano. "Ma c’è qualcosa di magico nell’unire questi due ingredienti insieme: uno più uno non fa due ma venti", aggiunge la biologa.

Per capire come facciano questi due segnali a sommarsi e amplificarsi nel sistema olfattivo della zanzara, rendendola particolarmente aggressiva, i ricercatori hanno utilizzato la tecnica di ingegneria genetica Crispr per marcare con proteine fluorescenti i neuroni che avevano recettori per la CO2 e quelli che potevano percepire le molecole odorose del corpo umano. Hanno così scoperto che ogni neurone olfattivo presenta più classi di recettori, e non un tipo solo come si era sempre pensato sulla falsariga di quello che accade in altri animali (uomo compreso). Questa originale strategia evolutiva è molto utile alla sopravvivenza della zanzara: avere più tipi di recettori in ciascun neurone amplifica notevolmente la capacità di individuare la preda da pungere.

Ingannare un simile fiuto è dunque molto complicato, "ma forse - commenta il neuroscienziato Christopher Potter della Johns Hopkins University School of Medicine - un metodo alternativo potrebbe essere quello di sopraffare l’intero sistema con odori alternativi. Almeno adesso abbiamo una visione più realistica di ciò che dobbiamo affrontare"