Dal Paese scandinavo la promessa di soldi e condizioni allettanti. Ma non bastano a indurre i ‘cervelli’ rossocrociati a far fagotto
Soldi e condizioni allettanti non bastano. E così, di fronte alle allettanti proposte avanzate dalla Svezia, i ricercatori svizzeri hanno risposto di no. Al punto che i tentativi della Svezia di attirare i ricercatori attivi in Svizzera dopo l’inclusione della Confederazione a Orizzonte Europa solo quale Paese terzo associato, si sono rivelati un clamoroso flop: nessuno, per ora, ha infatti accettato di andarsene a Stoccolma, stando al Consiglio della ricerca del Paese scandinavo.
Per convincerli a far fagotto, la Svezia aveva promesso soldi e condizioni di ricerca allettanti, se non altro perché questo Paese è membro dell’Ue e quindi partecipa a pieno titolo al programma di ricerca (i ricercatori ricevono finanziamenti e possono dirigere i progetti). Dopo la retrocessione della Svizzera a Paese terzo, sul suo sito web il Consiglio per la ricerca svedese aveva scritto che gli atenei locali avevano ora l’occasione di reclutare ricercatori altamente qualificati, indicavano il mese scorso vari media svizzeri. Per la Svizzera, i potenziali scienziati che avrebbero potuto cedere alle lusinghe provenienti da nord erano una trentina. Tuttavia, l’istituzione competente svedese ha segnalato che non si è verificato alcun esodo proveniente dalla Confederazione.
Nel frattempo, nell’attesa che tra Berna e Bruxelles qualcosa si muova per consentire ai ricercatori attivi nella Confederazione di partecipare a pieno titolo al programma di ricerca europeo – 95 miliardi di euro, il maggiore programma di ricerca al mondo, ndr – la Confederazione ha deciso di finanziare in proprio queste persone. In concreto, i progetti elvetici che vincono una borsa di studio europea vengono finanziati direttamente da Berna.
Il 4 marzo, per esempio, il Consiglio federale aveva deciso di finanziare le Pmi e le start up svizzere innovative che potranno beneficiare di un sostegno alla promozione da parte all’Agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione (Innosuisse), visto che sono escluse da quello europeo. Poiché Berna partecipa al programma di ricerca dell’Ue solo come Stato terzo, le Pmi e le start up elvetiche non hanno accesso ad "Accelerator", lo strumento di promozione del Consiglio europeo dell’innovazione (Eic).
Lo scorso anno il Parlamento aveva deciso di introdurre nella legge una disposizione che consente a Innosuisse di realizzare un proprio programma di sostegno. Il governo aveva così stanziato i fondi riguardanti i bandi 2022.
Il 20 ottobre 2021, lo stesso Consiglio federale aveva deciso di finanziare direttamente con 400 milioni di franchi i ricercatori svizzeri onde consentire loro di partecipare a "Orizzonte Europa" 2021-2027. Il finanziamento diretto è stato istituito con il decreto federale sul pacchetto Orizzonte 2021-2027 del 2020 e copre tutte le parti del programma, tra cui "Orizzonte Europa", il programma Euratom, il programma Digital Europe (Dep) e la partecipazione all’infrastruttura di ricerca Iter.