Studio dell'Uni di Neuchâtel: più l'albero produce frutti, più i roditori ne mangiano, più aumenta la densità dei parassiti infettati da borreliosi di Lyme
Più un faggio produce i suoi frutti, più il numero di roditori che se ne nutrono cresce e più negli anni seguenti aumenta la diffusione delle zecche infettate dalla borreliosi di Lyme. È ciò che emerge da uno studio condotto dall'Università di Neuchâtel in merito all'abbondanza di zecche nella zona montagnosa di Chaumont.
La constatazione è particolarmente marcata nel periodo di maggiore produzione dei frutti del faggio, fenomeno chiamato "masting". Il passaggio da una produzione molto bassa a un livello più elevato, fa praticamente raddoppiare la densità delle zecche infettate.
Il legame tra i faggi e la borreliosi di Lyme, infezione batterica veicolata dalle zecche, è una tappa importante per la ricerca, rileva 'ateneo neocastellano. L'incidenza di questa malattia, così come di altre trasmesse dalle zecche, è in costante aumento in tutta Europa.
"È il primo studio in Europa che dimostra come la produzione di grani da parte di questi alberi, influenzi la densità delle zecche infette e dunque il rischio di borreliosi di Lyme", annota Cindy Bregnard, prima firmataria dell'articolo e dottoranda al laboratorio di ecologia ed epidemiologia parassitaria all'Università di Neuchâtel.
Questa scoperta risulta dall'analisi dei dati rilevati durante quindici anni sull'abbondanza delle zecche, su quattro siti diversi della montagna di Chaumont. La raccolta di dati è stata realizzata ogni mese tra il 2004 e il 2018. Lo studio è apparso nella rivista scientifica Parasites and Vectors.
Gli autori suppongono che le conclusioni si applichino anche ad altre malattie trasmesse dalle zecche, come l'encefalite.