Dopo l’affondo di Fedez, Sanremo va a letto tardi e si sveglia con il video di Tananai: il suo ‘Tango’ è dedicato all’Ucraina
Per la cronaca della seconda serata abbiamo deciso di partire dalla fine, anzi, dal giorno dopo. Sanremo, andato a letto tardi come sempre, si è svegliato con il video di ‘Tango’, "dedicato a Olga, Liza e Maxim". Le "palazzine a fuoco" di Tananai sono quelle ucraine. Altro da dire non c’è. Prima di continuare:
Morandi & Friends per la melodia, Pegah e Drusilla per l’Iran
("Pronti, partenza, via!", Peppe Vessicchio, Sanremo 1996) La parola è record, ma i numeri li abbiamo già dati ieri online. «Siamo stati inondati da un affetto incredibile, vogliamo condividerlo con tutti». È la seconda serata, ma Blanco imperversa ancora: Gianni Morandi scende le scale con la scopa, quella con la quale ha spazzato via le rose di Blanco. "Mi dà sicurezza tenerla con me, non si sa mai. Ho visto che c’è ancora qualche petalo…".
Il singolo dell’estate (che si chiama ‘Estate’) e le milionate di streaming. È il biglietto di presentazione della moderna star. Vale anche per Will, che canta ‘Stupido’. Per mettersi la depressione alle spalle, Kekko Silvestre dei Modà (coi Modà) canta ‘Lasciami’. Non ce ne voglia Sethu (‘Cause perse’). Nel Festival tecnologico, che avanza nel futuro, il Festival della realtà aumentata, dell’intelligenza artificiale e degli influencer, s’ode a destra uno squillo di tromba – ‘In ginocchio da te’ – a sinistra uno squillo risponde – ‘Nel sole’ – e anche se il Conte di Carmagnola non sarebbe d’accordo, s’ode pure uno squillo al centro – ‘Erba di casa mia’: tre signori pressoché integri nel canto, ognuno nel proprio abito artistico, nella più giovanile delle autocelebrazioni. Gianni Morandi, Al Bano e Massimo Ranieri, tre articoli della Costituzione, si cantano addosso, si commuovono l’uno per le note dell’altro, per abbracciarsi ne ‘Il nostro concerto’ di Umberto Bindi, una volta espletata una serie di pratiche chiamate ‘Uno su mille’, ‘È la mia vita’, ‘Perdere l’amore’. C’era anche ‘Rose rosse per te’, e l’ironia della stampa partenopea ha prodotto pregevoli riferimenti – come poteva essere diversamente – a quanto accaduto di martedì.
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L’attivista Pegah Moshir Pour
È proprio ‘Un bel viaggio’ quello di J-Ax, rapper di bianco vestito, e Dj Jad, tornati insieme come Articolo 31. È un viaggio anche quello di Giorgia, di blu vestita e per una volta ‘umana’: quella di ‘Parole dette male’ non è la sua miglior performance, e la fine è la più bella delle liberazioni. Nessuna libertà è più grande di quella negata: "In Iran non sarei potuta essere vestita e truccata così, e non avrei mai potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Perché sarei stata arrestata, o forse addirittura uccisa. Ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta sotto il timore e la repressione e timore". In Iran, "scrigno dell’umanità". A parlare è l’attivista Pegah Moshir Pour: "Grazie perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano". Per spiegare il dramma iraniano, del quale Mahsa Amini è il simbolo, sono le note di ‘Baraye’ – Grammy speciale al perseguitato Shervin Hajipour per la ‘Miglior canzone per il cambiamento sociale’ – sulle quali, a chiedere "libertà, libertà", a Pegah si unisce Drusilla Foer.
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Francesca Fagnani
Torna la gara con ‘Splash’ di Colapesce Dimartino, il cantautorato al potere (o poco sotto), tornano i Black Eyed Peas (che salutano "Zio Tony Renis"), poi la cosa si fa un po’ più seria. Francesca Fagnani, giornalista, è la co-conduttrice della serata. Ha guardato i Casamonica negli occhi e si è difesa dalle ritorsioni. Ha l’ironia jazzistica dell’improvvisatore e la lucidità per intervistare le ‘Belve’, tutta una serie di personalità non definibili ‘agnelli’, donne camorriste e televenditrici di scioglipancia incluse. Ha scritto il suo monologo insieme ai ragazzi del penitenziario di Nisida, isole Flegree, Napoli. "Non tutte le parole sono uguali, le loro sono diverse dalle nostre". Dice Fagnani: "Quando ho intervistato gli adulti reclusi, tutti mi hanno risposto: sarei voluto andare a scuola. Perché è solo tra i banchi di scuola che puoi vedere la vita alternativa a quella già scritta da altri".
Rivolta allo Stato: "Non può esistere solo attraverso la repressione; dovrebbe garantire pari opportunità ai giovani. È una questione di democrazia". Lo Stato deve essere "più sexy". Lo Stato ha fallito "se non faremo in modo che chi esce dal carcere sia meglio di prima. Facciamolo almeno per egoismo, conviene a tutti che quel rapinatore, quello spacciatore, cambino mestiere". Il carico, però, lo cala Fedez, che straccia in diretta la foto di Galeazzo Bignami viceministro alle Infrastrutture vestito da nazista, e lo canta anche. Le telecamere staccano, e per il resto dell’esibizione lo inquadrano molto, molto da lontano. "Ho preso alla lettera l’articolo 21 che ha ricordato Benigni", dice il rapper, "e mi prendo tutta la responsabilità di quello che ho detto, e che non ho anticipato ai responsabili del programma".