Sogno o son Festival

Nuove Proposte Sanremo, Gaudiano: 'Non ho vinto da solo'

Primo con ‘Polvere da sparo’ dedicata al padre: 'Ho riacceso il telefono e ho capito'. Con lui, in streaming, Shorty e Wrongonyou: 'Ci siamo cantati a vicenda'.

Gaudiano (Keystone)
6 marzo 2021
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Ventinove anni, foggiano, si chiama Luca Gaudiano ed è più brevemente detto Gaudiano. È il vincitore delle Nuove Proposte del Sanremo 2021 con ‘Polvere da sparo’, brano dedicato al padre Ciro, scomparso due anni fa e al quale è andata la dedica della vittoria, nella diretta televisiva di ieri. «È ancora difficile da realizzare. Quando ho riacceso il telefono mi sono accorto che non avevo vinto da solo». Brano dal testo tutt'altro che leggero – “Perché tutto quello che mi resta è una domanda polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa“, perché “se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione“ – Gaudiano ha messo la canzone davanti a sé: «È nata dalla verità, credo che sia il motivo per il quale tante persone si sono legate alla mia storia, e vi si sono riconosciute». Musicalmente parlando, l'up tempo della canzone, «il contrasto con la storia che ho raccontato è stato ricercato, non volevo sottolinearla con ulteriore drammaticità, ho voluto che il significato fosse trasportato da un altro tipo di pulsione». Una parola ai colleghi: «C'era un'atmosfera bellissima. Siamo arrivati a ieri sera dopo un percorso lunghissimo che ha creato un rapporto di amicizia fra di noi. Sono legato alle loro canzoni, le ho cantate insieme agli altri dietro il palco. Siamo arrivati tutti e quattro fino in fondo, allo sprint finale, ed eravamo felici tutti e quattro».

Non è collegato Folcast (Daniele Folcarelli da Roma), con l’hendrixiana ‘Scopriti’, una delle canzoni migliori di tutta la manifestazione, anche per il suo rimandare, quanto basta, a ‘Shameless’ di Billy Joel, vecchio brano il cui il pianista di Long Island fa egli stesso il verso a Hendrix, e quindi tutto è equamente e nobilmente suddiviso. C'è Davide Shorty, invece, incontrato qualche giorno fa, e a un passo dalla vittoria con ‘Regina’: «È un grandissimo onore per me – dice Shorty – avere ricevuto un riconoscimento legato al nome di uno dei cantautori che amo di più (Premio Lucio Dalla assegnato dalla Sala Stampa Radio Web Tv, ndr). Avere fatto una tale esperienza, averla condivisa con un cast di tale livello, è un onore. Credo che la musica, anche in un contesto di competizione, dovrebbe andare sempre oltre la gara. La competizione è con noi stessi». Definisce la gara, così come fatto da Wrongonyou, altro finalista, «un percorso di formazione, un'esperienza che ti mette alla prova, ancor più in un contesto di socialità mancata. Mi sono divertito e sono felicissimo di essere salito su un palco nel momento in cui il palco manca così tanto». Per parlare del suo funk-pop-jazz che attinge dai ritmi del mondo cita Pino Daniele, Fabio Concato, Tenco «affascinato col jazz», mescolati «con l'hip hop, cultura che mi ha sempre affascinato. Spero che in Italia ci possa essere spazio per qualcosa di musicalmente più complesso, in nome dell'equilibrio con le soluzioni più semplici. Sono contento di poter essere un'alternativa».

Il percorso di formazione, si diceva, anticipato da Wrongonyou, piazzato ma non vincente con ‘Lezioni di volo’: «No ho mai vissuto questa esperienza come un punto d'arrivo. Ho cercato di prepararmi per quel che verrà dopo». E il dopo è ‘Sono io’, album in uscita. Suo il Premio Mia Martini Sezione Nuove proposte assegnato dalla Sala Stampa: «Un mio collega di etichetta, Diodato, l'ha vinto, e così Malika e tanti altri. Entro in una cricca molto importante». Gli manca il contatto col pubblico e annuncia i concerti del prossimo 29 novembre a Milano e del 4 dicembre a Roma. «Sono contento si sia fatto Sanremo, anche per dare un'occasione a chi è rimasto dietro le quinte». Chiudendo, da romano, con un «daje!», chiede una cortesia: «Se è un sogno, non svegliatemi».