Un gruppo di registi e artisti israeliani ne ha chiesto il ritiro per presunte limitazioni artistiche imposte al film. Nazzaro: ‘Lo proietteremo’
Nel sudamerica del 1960 vive Polsky, solitario sopravvissuto all’Olocausto. L’uomo è convinto che il proprio vicino di casa sia Adolf Hitler in persona. Nessuno gli crede. La mancanza di prove, seguite all’indagine intrapresa personalmente, lo costringe dunque ad avvicinarsi al presunto führer.
È quanto accade in ‘My Neighbor Adolf’, film di Leon Prudovsky, con David Hayman, Udo Kier, Olivia Silhavy e Kineret Peled, film che arriva in Piazza Grande giovedì 4 agosto per una prima mondiale e con strascico polemico. Un gruppo di registi e artisti israeliani ha infatti esortato Locarno a ritirare il film a causa di presunte limitazioni artistiche imposte dalla Fondazione Rabinovich, uno dei suoi finanziatori, così come riportato dall’Hollywood Reporter. Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, ha dichiarato a Variety che il film sarà proiettato: "Libertà di espressione e libertà artistica – ha specificato – sono i principi guida del Festival del film di Locarno da 75 anni. Siamo convinti che tutte le opere artistiche abbiano bisogno d’indipendenza e dialogo e debbano essere prodotte sempre senza vincoli. Leon Prudovsky ha confermato di non aver subito alcuna pressione durante la realizzazione del suo film".