Tra i massimi esperti dell'opera di Giordano Bruno, si è spento sabato scorso all'età di 64 anni. Il ricordo di Fabio Merlini
È morto lo scorso sabato Nuccio Ordine, 64 anni, filosofo, saggista e docente di Letteratura italiana all'Università della Calabria. Era ricoverato da alcuni giorni in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Cosenza dopo che era stato colto da malore e aveva perso i sensi mentre si trovava nella sua abitazione a Rende (Cosenza).
Ordine era conosciuto e apprezzato come uno dei maggiori esperti dell'opera dell'astronomo, teologo e pensatore Giordano Bruno e del Rinascimento. Originario di Diamante (Cosenza), era stato insignito recentemente del premio Principessa delle Asturie 2023 per la Comunicazione e le Scienze umane, riconoscimento che avrebbe dovuto essergli consegnato nel prossimo autunno. Oltre a insegnare Letteratura italiana all'Università della Calabria, Ordine era stato Visiting Professor anche in atenei stranieri come Yale (Usa), la Sorbona (Parigi), il Cesr di Tours (Francia), l'Aie di Parigi, il Warburg Institute (Inghilterra) e la Max Planck Society di Berlino. Dottore honoris causa della Pontificia Università di Comillas, aveva pubblicato numerosi libri ed era presidente del Centro Studi Telesiani, Bruniani e Campanelliani di Cosenza. Collaboratore del Corriere della Sera e autore di saggi, nel 2013 aveva pubblicato L'utilità dell'Inutile, volume tradotto in 32 lingue.
“Aveva difeso con coraggio un’idea di scuola e di educazione, quindi in ultima istanza di società, dove il riconoscimento della dimensione dell’inutile e della gratuità, contro l’ideologia pragmatica della performatività utilitarista a tutti i costi, sono la condizione per rispondere alla povertà del tempo odierno con una cultura della responsabilità e della critica lontana da qualsiasi opportunismo. Una cultura capace di vedere oltre le relazioni di interesse giocate sul corto periodo, per un’idea di individuo e comunità all’altezza delle sfide odierne”. Così lo descrive Fabio Merlini, che ne ricorda la partecipazione alle Eranos-Jung Lectures del 2016, dedicate al tema ‘Miti che parlano di noi’: “Una personalità coinvolgente, generosa, appassionata, che sapeva trasmettere il suo pensiero con entusiasmo come solo lo sanno fare i grandi maestri”.