Film Festival

‘L’immagine e la parola’, a Locarno è già primavera

‘Le immagini della Storia’ è il tema dell’edizione che entra nel vivo oggi, 11 marzo: a colloquio con la curatrice, Daniela Persico

Daniela Persico
(Ti-Press)

Entra nel vivo oggi ‘L’immagine e la parola’, decima edizione dell’evento primaverile del Locarno Film Festival dedicato quest’anno alle relazioni tra Storia e immagini. Detto con il titolo completo, ‘Le immagini della Storia: un confronto fra ricerca e creazione’, una conversazione tra passato e presente su di un tema che ha affascinato autori e registi. Incluso Radu Jude, Orso d’oro a Berlino nel 2021, che a Locarno sarà il fulcro di interventi e discussioni del fine settimana al GranRex.

«L’idea è arrivata dalla terza edizione della Spring Academy, intitolata ‘Find a Film’, workshop fortemente incentrato sulla pratica e che coinvolge dieci giovani filmmaker scelti su chiamata internazionale, che realizzeranno il proprio cortometraggio seguiti da un tutor molto importante come Radu Jude». A illustrarci ‘L’immagine e la parola’ è la sua curatrice, Daniela Persico: «Dopo il grande regista ungherese Béla Tarr e l’italiano Michelangelo Frammartino, ospiti delle due edizioni precedenti, tocca a Jude, che a Berlino vinse con ‘Bad Luck Banging or Loony Porn’ (Sesso sfortunato o follie porno), film che indaga in maniera provocatoria il concetto di citazione. Il regista seguirà gli studenti nella creazione dei cortometraggi attraverso il materiale d’archivio fornito dalla Rsi, un modo di concepire il cinema che il regista affronta anche nei suoi film, aiutato dalla storia rimossa e dagli archivi del proprio Paese d’origine».

Questo il punto di partenza dell’edizione 2023 e cardine dell’evento: «Capire quale è il valore di questo tipo di immagini e quali sono le possibilità di utilizzo al fine di raccontare una storia. E oltre ad affrontare il vasto tema delle immagini di archivio e della loro implicazione, le visioni proposte permetteranno agli spettatori di avvicinarsi ad argomenti come la persecuzione delle minoranze, le pulizie etniche, come quella ebraica e dei gitani in Romania, ma anche al confine, se effettivamente esiste, tra scene di sesso e pornografia».

Archivi

Il sabato de ‘L’immagine e la parola’ si apre alle 14 con la Masterclass di Kevin B. Lee, Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual Arts; poi la proiezione di ‘A History of the World According to Getty Images’ (2022) del ricercatore e filmmaker Richard Misek, ‘Potemkinitsii’ (2022) di Radu Jude e ‘Nazarbazi’ (2022) della regista iraniana Maryam Tafakory. A seguire, discussione con i registi. Prima della proiezione di ‘Bad Luck Banging or Loony Porn’ (ore 21), l’incontro ‘Archivi di cinema tra conservazione, diffusione e reinvenzione’: a discutere delle pratiche conservative del patrimonio cinematografico saranno Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, e Paola Malanga direttrice artistica della Festa del Cinema di Roma, in dialogo con il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A. Nazzaro.

«Farinelli – continua Persico – ha individuato quanto fosse importante, per un archivio quale quello della Cineteca di Bologna, non soltanto conservare al meglio i film ma anche promuoverli, fino a diventare evento pubblico come ‘Il Cinema Ritrovato’, il saper portare i restauri nelle sale, cosa che a Bologna si è cominciato a fare più di dieci anni fa e che ora è pratica più comune nelle cineteche». Quanto a Malanga: «È persona che da sempre ha sostenuto autori che proprio attraverso gli archivi reinventano il cinema, come a suo modo è anche Radu Jude. Nel pomeriggio sarà nostro ospite, insieme a Kevin B. Lee, anche Richard Misek, un teorico che ha molto ragionato sul valore odierno, anche economico, di queste banche dati. Ci sposteremo poi a una riflessione più alta, quella di Carlo Ginzburg (in dialogo con Jude alle 16, ndr), sul senso di poter definire la storia attraverso le piccole vite e le piccole immagini di ognuno di noi».

Guardando indietro (e avanti)

Per finire, un bilancio di dieci anni d’immagini e parole: «È molto positivo, per come l’idea di avere un appuntamento primaverile che spalancasse il cinema alle altre arti sia diventata anche l’occasione non soltanto di avere un piccolo festival della durata di un weekend – con un grande nome della cinematografia spesso in dialogo con un altro grande nome in ambiti differenti – ma anche per l’attenzione didattica del Locarno Film Festival alla crescita dei talenti, e quindi al definirsi della Spring Academy. E marzo segna anche una nuova tappa del progetto di residency». Locarno, infatti, ospita già altri tre giovani registi internazionali che stanno sviluppando la sceneggiatura per il loro primo film: «Credo che questa primavera locarnese sia già un polo attrattivo: ha un suo risvolto dedicato al pubblico, oltre a rappresentare l’occasione per far crescere nuovi talenti attraverso il personale del Locarno Film Festival» (programma completo su www.locarnofilmfestival.ch).


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Al GranRex