Pubblicati i dati 2021 relativi al settore della cultura nel Rapporto statistico cantonale dell’Osservatorio culturale ticinese
Oltre mezzo milione di persone hanno visitato un museo in Ticino lo scorso anno. Questo è uno dei tanti dati di #culturainticino, il Rapporto statistico sul settore culturale nel Cantone Ticino pubblicato oggi dall’Osservatorio culturale cantonale e a renderlo noto è stato il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs). Un documento, si legge nel comunicato stampa, "che permette di avere una visione d’insieme delle principali tendenze registrate nel corso dell’anno all’interno della filiera culturale".
I dati 2021 della cultura, quelli dati (si perdoni il bisticcio) a colpo d’occhio nelle prime pagine del volume, considerano per esempio il sostegno finanziario al settore culturale (di 30,7 milioni di franchi), così come i concerti tenuti dall’Orchestra della Svizzera italiana (63), oppure le entrate registrate alla 74esima edizione del Locarno Film Festival (78’600). Fra i dati interessanti, quello della fruizione museale (545’512 i visitatori di musei ticinesi), ma anche gli 86,3 minuti di fruizione radiofonica media pro capite nella Svizzera italiana oppure i 210 beni culturali di interesse nazionale in Ticino e le 11’093 persone attive nel settore culturale ticinese.
I dati vanno però contestualizzati e confrontati, si prenda per esempio quello relativo alla Mediazione culturale: dal 2020 al 2021, l’aumento di operatori sul territorio – da 152 a 168 – è stato importante, soprattutto, si legge nelle pagine iniziali del rapporto, l’andamento "testimonia la sempre crescente necessità di lavorare nel contesto della mediazione per favorire e facilitare la fruizione dei prodotti culturali".
Nel corso degli anni "anche nel settore culturale le dimensioni dei numeri hanno assunto una rilevanza crescente. La cultura si vuole o si deve misurare", scrive nella prefazione Roland Hochstrasser, capoufficio dell’analisi del patrimonio culturale digitale. Tuttavia, commenta ancora Hochstrasser, "nel corso degli anni, gli enti preposti all’analisi del fenomeno culturale hanno evidenziato la necessità di aprirsi anche ad approcci complementari, in grado di valorizzare, oltre al dato matematico, anche l’aspetto qualitativo e la dimensione umanistica", che ha significato – aggiunge – "l’instaurazione di un dialogo più diretto con e tra gli operatori culturali".
Il rapporto, pubblicato nella collana Quaderni della Divisione della cultura e degli studi universitari, presenta i dati su offerta e fruizione culturale, basandosi sulle cifre date dall’Ufficio federale di statistica (Ustat).