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Biblioteche svizzere, giovani e ovunque

Pubblicata la prima statistica di tutte le 1’499 biblioteche aperte al pubblico. Nel 2020 40 milioni di prestiti

21 dicembre 2021
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In Svizzera ci sono 1’499 biblioteche aperte al pubblico le quali conservano 67,4 milioni di documenti stampati. È l’istantanea di un sistema complesso, tra biblioteche scientifiche (orientate allo studio e alla ricerca) e quelle destinate alla popolazione generale, che l’Ufficio federale di statistica ha fotografato con un rilevamento condotto nel 2020.

Si tratta della prima edizione di questa indagine che prende in considerazione tutte le biblioteche, il che significa che i dati sono certamente influenzati dalla pandemia – le misure sanitarie, che nel 2020 hanno anche portato a una chiusura temporanea, hanno certamente influito sulle attività in presenza e probabilmente anche sull’utilizzo delle risorse digitali – ma non essendoci dati con cui fare confronti, è impossibile stabilire come.

Una presenza capillare

Le biblioteche scientifiche sono prevedibilmente presenti soprattutto nei grandi centri. Diverso il discorso per le altre biblioteche distribuite in maniera equilibrata sul territorio: il 42,3% si trova in comuni nucleo, il 32,6% in comuni di agglomerato e il 25,1% in comuni rurali. Si tratta dell’infrastruttura culturale maggiormente presente nelle zone periferiche: in quattro comuni su dieci è presente almeno una biblioteca; per i musei siamo a un comune su quattro mentre meno di uno su dieci ha un cinema.

La differenza tra biblioteche pubbliche e scientifiche si vede anche nel tipo di offerta: la media, per tutte le biblioteche aperte al pubblico, è di 45mila stampati per istituto, ma mentre le biblioteche scientifiche hanno sempre in media 120mila esemplari, quelle pubbliche circa 13mila. Anche i media elettronici sono maggiormente presenti nelle biblioteche scientifiche che in quelle pubbliche; lo stesso vale infatti anche per gli e-book: l’offerta delle biblioteche scientifiche è di 193mila esemplari, contro poco meno di 14mila detenuti dalle biblioteche pubbliche.

Questo dato si ribalta per quanto riguarda i prestiti di media fisici: su un totale di 40 milioni di prestiti avvenuti nel 2020, le biblioteche pubbliche ne hanno totalizzati 33 milioni. Per quanto riguarda gli e-book, invece, nel 2020 sono stati registrati 8,4 milioni di prestiti (soprattutto nelle biblioteche scientifiche).

Chi, e perché, va in biblioteca

L’ultima statistica delle attività culturali, risalente al 2019, permette di descrivere i comportamenti della popolazione dai 15 anni in su residente in Svizzera. Ad aver frequentato una biblioteca o mediateca è stato il 42,7% della popolazione, all’incirca come cinque anni prima (2014: 43,9%). Circa un terzo della popolazione (34,2%) ha frequentato le biblioteche nel tempo libero e un quinto (20%) per ragioni di lavoro o di formazione. Mediamente le donne vi si recano più spesso degli uomini e i giovani tra i 15 e i 29 anni le frequentano molto più spesso di quelli di altre fasce d’età. Il livello di formazione è, senza particolari sorprese, un altro fattore che influenza la frequentazione delle biblioteche.

Perché si va in biblioteca? La risposta più frequente non riguarda i libri ma i giornali: il 40,3% della popolazione ha consultato giornali e riviste nelle biblioteche, oltre un terzo ha preso in prestito dei libri e quasi un quarto ha consultato o preso in prestito media elettronici. Una persona su sette ha utilizzato la biblioteca per lavorare, studiare o fare i compiti mentre quasi una persona su dieci ha visitato un’esposizione o ha assistito a una lettura o a un concerto.

In Ticino record di volontari

Nelle biblioteche si lavora molto a tempo parziale: nel 2020 il grado di occupazione medio si attestava al 49,5%, di nuovo con un netto divario tra il personale salariato delle biblioteche scientifiche, che è impiegato con un grado di occupazione medio del 64,2%, e quello delle biblioteche pubbliche, occupato mediamente al 35,4%. Inoltre, nelle biblioteche pubbliche nel 2020 si annovera anche il doppio dei volontari (in media 1,3 persone) che in quelle scientifiche (0,7 persone). Ma la differenza maggiore, per quanto riguarda il personale, sono le regioni linguistiche: mentre nella Svizzera romanda e in quella tedesca ogni biblioteca ha in media 6 collaboratori salariati, nella Svizzera italiana il dato scende a 2; il numero di volontari per istituto è invece di 4,6, più del doppio della Romandia e nove volte quello della Svizzera tedesca. Guardando i dati disaggregati, questo risultato sembra essere dovuto alla presenza di diverse biblioteche per ragazzi oltre che alla Filanda di Mendrisio che, con 80 volontari, risulta la struttura che ne impiega di più in tutta la Svizzera.