Parentesi festivaliera per il consigliere federale, a Locarno per lodare un Festival tornato nella sua piazza e per parlare del futuro del settore cinematografico
Nella Locarno74 glamour del tappeto rosso, il panama di Alain Berset fa la sua parte. Con l’amato copricapo, lasciato in custodia poco prima di cominciare, il consigliere federale si presenta di giovedì mattina al Palacinema per parlare di ripresa, collaborazioni internazionali e parità di genere nel cinema svizzero. Con lui, Isabelle Chassot, direttrice dell’Ufficio federale della cultura (Ufc) e Ivo Kummer, a capo della divisione cinema dell’Ufc. E le prime parole di Berset sono «flessibilità», «reattività», «abnegazione, in un settore toccato più di altri dalla pandemia», con riferimento a un evento, il Locarno Film Festival, la cui piazza ritrovata è un segnale al quale tutti guardano, ma che non nasconde il problema: «Non so voi come l’avete vissuta – sottolinea – ma abbiamo perduto l’abitudine di frequentare regolarmente le sale. Ora è necessario riprendere il passo. Le sale ma anche i festival, che l’emergenza ha reso sempre più diversificati nella propria offerta». Compito della Confederazione, in questo senso, «vegliare sull’evoluzione, farsi garante della conservazione del valore culturale e responsabile nel garantire forza e diversità». Ma «compito anche delle regioni e delle città», per una ripresa che sarà «una questione non da poco» per tutto il settore cinematografico.
Berset e Chassot condividono il riepilogo di un anno e mezzo d’incertezza, così come quello delle misure economiche messe in atto, e insieme l’auspicio per un sostegno che possa proseguire al di là del 31 dicembre 2021, laddove è attualmente fissato il termine. Chassot, in particolare, ricorda le 25mila richieste di sostegno evase su 30mila ricevute, pagate con parte di quei 360 milioni di franchi destinati alla cultura, «la prima a essere stata colpita dalla crisi e l’ultima che dalla crisi uscirà», ricorda la direttrice dell’Ufc. Da Kummer, l’auspicio per un consolidamento del cinema sui canali digitali, a integrazione di un cinema in presenza. Digitalizzazione come sfida per il settore cinematografico svizzero che dovrà ritagliarsi un posto in ambiti di grande concorrenza internazionale, derivante da film la cui uscita è stata posticipata. In quest’ottica è da vedersi il sostegno da parte dell’Ufc a dieci film svizzeri in sala e su piattaforme on demand, e la campagna ‘Back to the Cinema’, finanziata insieme a Pro Cinema. L’evoluzione digitale sottolinea l’importanza di estendere alle piattaforme di diffusione online l’obbligo d'investire nella produzione nazionale, così come vale per le emittenti regionali. In questo senso, Kummer annuncia che il dossier tornerà in Parlamento in autunno, per risultati da attendersi entro un anno. Il conclusivo suo «Inshallah» riassume l'auspicio.
Ulteriore oggetto dell’incontro, la sfida delle collaborazioni internazionali, da consolidare malgrado il mancato accordo quadro con l’Unione Europea nella direzione del programma Media. Da Berset, le rassicurazioni per il disporre, la Svizzera, di un sistema efficace grazie alle misure compensative in essere dal 2014, e di una strategia internazionale retta su accordi bilaterali di coproduzione (quella con il Canada è in fase di sottoscrizione).
La parità di genere, infine, con i risultati dello studio commissionato dall’Ufc, ora disponibili, dai quali emerge che rispetto al 2014, ne donne non sono più svantaggiate nella promozione cinematografica, fermo restando che in alcuni settori primari – regia, sceneggiatura, recitazione – ricevono salari inferiori ai colleghi uomini. A colpire è il dato dei protagonisti di fiction, che nella fascia oltre i 40 anni vede gli attori in numero quasi doppio rispetto alle attrici. Lo studio rileva, ma propone anche soluzioni: migliorare le condizioni di lavoro, affrontare il problema della disparità salariale, agevolare la conciliabilità tra lavoro e famiglia, oltre a dare atto compiuto alle misure di sensibilizzazione già introdotte.
Al Palacinema, con Isabelle Chassot, direttrice dell’Ufficio federale della cultura (Ufc) e Ivo Kummer, a capo della divisione cinema dell’Ufc (Keystone)