Castellinaria

I bimbi ‘brutti’ e quelli innamorati dei film

Paul dalle orecchie grandi, i ventenni di ‘Agrodolce’ e il piccolo Samay, cinema-dipendente. È il lunedì al Mercato coperto di Giubiasco

21 novembre 2022
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"Forse è un cliché, ma come molti altri registi, una volta volevo fare l’attore", dice Jonathan Elbers, regista di ‘The club of the ugly children’, nella sezione ‘Kids’ con la prima svizzera che alle 14 apre il lunedì di proiezioni al Mercato coperto di Giubiasco. "A volte mi permettevano di partecipare alla recita scolastica, ma siccome avevo l’apparecchio per i denti e gli occhiali da nerd, mi facevano fare la parte del gobbo o l’ubriacone. Mai, nemmeno una volta un biondo dio greco". C’è dunque un po’ di Jonathan in Paul, bimbo dalle grandi orecchi emarginato da un presidente che vuole segregare i bambini ‘brutti’.

‘Agrodolce’ di Alessandro Prato – prima internazionale – è la storia di quattro ventenni della Pianura Padana vista da un ventenne. Marco, Cecilia, Tommaso e Paola, i protagonisti del film, sono tutti dei gran sognatori; immaginano davanti a sé un futuro capace di restituire loro quanto si aspettano, la realizzazione delle proprie aspirazioni, il riconoscimento delle proprie capacità, speranze e passioni annesse. Tutta la fiducia riposta nel tempo a venire va però a scontrarsi con la cruda realtà della vita.

Alle 20.45. Scritto e diretto da Pan Nalin, ‘Last film show’ (prima svizzera) è la storia del piccolo Samay, nove anni, nella cui giovane vita irrompe il cinema, dopo visione di un filn nel locale Indian Galaxy Cinema. L’innamoramento lo porta a fare di tutto pur di guardare film, dal saltare la scuola al rubare i soldi dalle tasche di papà. Con gli amici inizia a creare piccoli film in 35 millimetri, poi il padre scopre la sua passione ‘immorale’. L’ossessione di Samay non cambia: il percorso del ragazzino incrocia quello di Fazal, proiezionista del Galaxy, che in cambio del cibo cucinato dalla madre del piccolo gli permette di guardare film tutto il giorno dalla sala proiezioni. La modalità ‘food for film’, però, s’infrange con l’arrivo di una doppia rivoluzione, di vita e di cinema: quella del digitale.