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L’arte del profondo da Fröbe-Kapteyn a oggi

In mostra a Casa Rusca le opere frutto della ricerca spirituale e psicologica della fondatrice del Centro Eranos, in dialogo con tre artisti contemporanei

Olga Fröbe-Kapteyn Untitled, c. 1926-34
(Fondazione Eranos, Ascona)
8 agosto 2024
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Tutta l’arte parla dell’essere umano, del nostro modo di guardare il mondo e noi stessi. Ma nel caso di Olga Fröbe-Kapteyn questa ovvietà diventa vera in un senso profondo: le opere di questa “artista-ricercatrice” – come recita il sottotitolo della mostra che le dedica Casa Rusca a Locarno – sono ragionamenti per immagini, in una continuità di pensiero sia con l’iconologia di Aby Warburg ed Erwin Panofsky, sia con la psicologia del profondo di Carl Gustav Jung.

Le opere che troviamo esposte al primo piano di Casa Rusca – sia le astratte Tavole di meditazione realizzate tra gli anni Venti e Trenta, sia le successive Visioni che sono invece figurative – hanno quindi una forte componente teorica che è impossibile non notare e che riconduce all’importante impresa culturale del Centro Eranos.

La mostra inaugurata ieri a Casa Rusca, e che rimarrà aperta fino al prossimo gennaio, rientra infatti nel programma del museo locarnese di approfondire il patrimonio culturale legato alla regione, inclusa ovviamente la grande stagione legata, a inizio Novecento, al Monte Verità. Tra cui, appunto, Olga Fröbe-Kapteyn, nata a Londra e formata come artista e storica dell’arte a Zurigo e fondatrice, appunto, del Centro Eranos e dei suoi convegni annuali, le Eranos Tagungen. La monografia che accompagna la mostra, pubblicata dalle Edizioni Casagrande in collaborazione con Museo Casa Rusca e Fondazione Eranos, contiene diversi contributi per avvicinarsi a questa figura particolare e per molti versi anticipatrice.

Olga Fröbe-Kapteyn, ci ha spiegato Riccardo Bernardini della Fondazione Eranos, è stata prima di tutto una ricercatrice nell’ambito delle discipline spirituali: il suo lavoro andava nella direzione di un nuovo paradigma che mettesse in dialogo scienze umanistiche e discipline scientifiche tout court. L’anima artistica di Olga Fröbe-Kapteyn era rimasta pressoché sconosciuta: alcune delle Tavole di meditazione da lei realizzate per il Centro Eranos erano state portate al Monte Verità da Harald Szeemann, ma a parte questo solo di recente si è riscoperto il suo ruolo di creatrice di opere pittoriche. Le Visioni, i disegni raffigurativi realizzati dopo le Tavole, furono probabilmente mostrate da Olga Fröbe-Kapteyn solo a pochissime persone, forse solo allo stesso Jung (che per quanto riguarda le Tavole aveva espresso alcuni dubbi, giudicandole troppo astratte e lontane dall’esistenza concreta). Il passaggio dalle Tavole alle Visioni, ha spiegato Bernardini, è fortemente legato alla figura di Jung: il passaggio al raffigurativo viene infatti interpretato come una sorta di ingresso nell’inconscio collettivo. Questa seconda fase della produzione artistica di Olga Fröbe-Kapteyn si lega infatti alla tecnica junghiana dell’immaginazione attiva, ovvero la possibilità di evocare delle immagini oniriche in uno stato di veglia, un’esperienza di sogno che avviene non mentre stiamo dormendo, ma mentre siamo vigili.

Queste opere, ha concluso Bernardini, sono rimaste a lungo «gelosamente custodite» dalla Fondazione Eranos: consapevoli del valore sia artistico sia psicologico di questi lavori, si è preferito aspettare che i tempi fossero maturi per una loro riscoperta, come avvenuto nel 2015 con una prima esposizione a Milano a Palazzo Reale.

In dialogo con la contemporaneità

Il progetto espositivo di Casa Rusca non include solo le opere di Olga Fröbe-Kapteyn: la mostra, curata da Raphael Gygax, abbina infatti a queste opere “storiche” tre artisti contemporanei: Lucy Stein (nata nel 1979), Loredana Sperini (del 1970) e Florian Germann (del 1978).

Il nucleo principale, ci ha spiegato Gygax, è comunque rappresentato dalle opere di Olga Fröbe-Kapteyn (anche per questo si consiglia di iniziare la visita al primo piano di Casa Rusca, proseguendo poi negli altri spazi come meglio si crede) che il curatore ha scoperto al Monte Verità dove, come accennato, sono esposte alcune Tavole di meditazione. Da lì l’idea di costruire un percorso che, partendo da quelle Tavole, proseguisse con le Visioni per poi entrare in dialogo con altre opere contemporanee.

Il lavoro più vicino a Olga Fröbe-Kapteyn è probabilmente quello di Lucy Stein, le cui opere sembrano una naturale evoluzione delle Visioni per gli elementi simbolici legati soprattutto alla femminilità (Stein, ha spiegato Gygax, ha anche lei una forte interesse per la psicanalisi).

Molto interessanti, al livello inferiore di Casa Rusca nella Sinopia, le opere di Loredana Sperini che presentano una serie di dipinti su tessuto, una nuova opera scultorea nella forma di installazione. Il legale con l’opera di Fröbe-Kapteyn è meno diretto ma comunque importante, costruito a parte della riflessione sulla condizione umana e la fragilità dell’esistenza.

Deludente, e fuori posto nonostante il richiamo diretto a Eranos, l’esposizione dedicata a Florian Germann, una esplorazione tra tecnologia, mitologia e spiritualità che non convince del tutto.

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