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I magnifici otto degli ‘Archivi Grafici’

Grignani, Lamm, Graf, Ferrante, Waibl, Monguzzi, Galli, Noto, una selezione di opere custodite negli archivi del Centro Culturale Chiasso (e una novità)

Sabato 8 giugno la presentazione della mostra. Nella foto: Simonetta Ferrante, Senza titolo, 2005 - Inchiostro su carta, 34 x 49,5 cm
(Carlo Pedroli, Chiasso)
6 giugno 2024
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S’intitola ‘Archivi Grafici / Graphic Archives’ e presenta una selezione di circa 300 opere custodite – lo dice il titolo – negli archivi grafici del Centro Culturale Chiasso. È aperta dal 18 maggio, chiuderà il 22 settembre, ma Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice m.a.x. museo e Spazio Officina nonché co-curatrice di questa “mostra-progetto” insieme a Mario Piazza (designer e docente universitario), ha scelto di presentarla alla stampa pressoché in concomitanza con l’apertura del Ciag, Centro internazionale d’Arte e Grafica allestito nei luminosi spazi ex Calida a due passi dal m.a.x. museo e dunque dello Spazio Officina. È qui, in via Dante Alighieri 10, che a partire dal prossimo 10 giugno sarà possibile consultare per motivi di studio i materiali conservati nel suddetto archivio. Evadiamo per intero tempi e luoghi, segnalando che la presentazione pubblica di mostra e Ciag si tengono in contemporanea sabato 8 giugno dalle 18 al Cinema Teatro Chiasso.

Archeologia industriale

Il neonato Ciag è, in un certo senso, il punto di confluenza degli archivi del Centro Culturale Chiasso, polo attrattivo per i temi legati alla grafica, al design e alla comunicazione visiva che in quattordici anni di attività museale ha costruito intorno a sé un archivio di decine di migliaia di opere. L’intento è anche quello di trasformarlo in un luogo d’incontro, oltre che di consultazione. Nel frattempo: “L’archivio dei grafici pare archeologia industriale”, spiega Ossanna Cavadini, “siamo di fronte a un cambiamento epocale che riguarda mezzi, supporti, realizzazione, e il poter avere accesso agli archivi, ai manufatti, disegni, schizzi, ai pensieri della realizzazione, alle variazioni in corso d’opera, al contatto con la committenza, è momento di conoscenza profonda. Questa avverrà al Ciag, luogo visitabile nel quale i materiali potranno essere a disposizione di studiosi, studenti universitari, appassionati, così che la conoscenza non sia limitata nel tempo, ma un approfondimento in divenire, un patrimonio culturale”. Se l’architettura ha un suo Archivio del Moderno, quello di Balerna, “non c’è in Ticino un archivio dei maestri della grafica”, continua la direttrice. Da qui la missione più o meno annuale, la mostra dedicata a un graphic designer sull’asse Zurigo-Milano, ciclo inaugurato da Bruno Monguzzi nel 2011 e temporaneamente fermo a Orio Galli, 2023. “In ogni occasione abbiamo ottenuto donazioni, o interi archivi grafici. Sono già tre, più di 10mila pezzi l’uno, biblioteca compresa”. A proposito di quest’ultima, “mai disgiungere la biblioteca del grafico dall’archivio dell’artista”. C’è una novità: l’asse Zurigo-Milano include da poco anche Basilea, per la volontà di Armin Vogl, ‘fan’ del m.a.x. museo, di donare una parte del suo archivio.


Gli interni del Ciag

A due a due

‘Archivi Grafici / Graphic Archives’, la mostra, espone una selezione rappresentativa della carriera di otto artisti. Fa specie immergersi nel rigore di questi otto graphic designer, già oggetto di singola monografica al m.a.x. museo, il giorno dopo la presentazione del poster del Locarno Film Festival che, suo malgrado, tiene banco anche qui, quando Ossanna Cavadini – che interpellata dai media nelle ore successive al suo svelamento aveva detto la sua con molta diplomazia – parla di “doppia responsabilità dei manifesti concepiti e realizzati per la cultura, come il recente dibattito dimostra”.

Gli otto maestri della comunicazione visiva sono Franco Grignani (1908-1999), Giovanna Graf (1930-2012), Heinz Waibl (1931-2020) e i viventi Orio Galli, Simonetta Ferrante, Bruno Monguzzi e Vito Noto, ieri protagonisti di una breve visita guidata degli spazi loro dedicati, e Lora Lamm, 96enne “signora della grafica” che presenzierà all’inaugurazione. Gli artisti sono in dialogo due a due in quattro stanze, accostati con approccio tematico-cronologico. Metodo, montaggio e ricerca percettiva accomunano il principio grafico di Grignani e Monguzzi. Del primo, l’attività è un rimbalzare tra architettura e fotografia, grafica e pittura; legato ai grandi marchi e alle grandi campagne pubblicitarie, da Pirelli a Mondadori a Fiat, le centinaia di suoi annunci e pubblicità sul tema dell’arte della stampa sono patrimonio di questa disciplina. Giusto di fronte sta Monguzzi con un campione dei manifesti realizzati per la cultura, anche chiassese, materiale di studio per la scuola svizzera di graphic design. In altra stanza, unite dall’originalità delle illustrazioni e della sintesi comunicativa, ancor più dall’esperienza nell’Ufficio pubblicità de La Rinascente, stanno Lamm, punto di riferimento dello ‘stile d’impresa’ del secondo dopoguerra, e Giovanna Graf, grafica e illustratrice svizzera: della prima sono in mostra i manifesti realizzati nel decennio 1953-1962 e donati alla Collezione del m.a.x. museo con tanto di carte d’imballo e bozzetti preparatori; della seconda si ammirano le opere calligrafiche e di scrittura espressiva.


Carlo Pedroli, Chiasso
Vito Noto, Varianti cromatiche di Tetraedro, 1999 - Acrilonitrile-butadiene-stirene, 6 × 6 × 6 cm - Collezione m.a.x. museo, Chiasso (10 pezzi ca.)

La terza stanza contiene due differenti approcci al mondo aziendale, uno rigorosamente geometrico e tipografico, l’altro che fonde metodo e inventiva. Qui convivono manifesti, bozzetti ed elaborati di ricerca tipografica e visiva stampati in Letterpress di Heinz Waibl – uno degli allievi preferiti di Max Huber e tra i protagonisti della comunicazione visiva del Novecento – con un estratto dal lavoro di Vito Noto, la cui produzione si colloca tra product, industrial e visual design, e del quale non mancano i celebri orologi a muro. La quarta e ultima stanza è quella del lavoro su segni, calligrafia e scrittura, e ospita Orio Galli, nuovamente in mostra con una selezione di materiali noti e meno noti sul tema, appunto, della calligrafia, tramite per l’esperienza di Simonetta Ferrante e le sue opere calligrafiche e di scrittura espressiva.

Chiudiamo dicendo dei video in mostra, occasione per vedere all’opera anche chi degli otto non c’è più, del minicatalogo con una selezione ragionata delle opere esposte e schede di accompagnamento, e degli eventi collaterali: al Ciag, la conferenza pubblica di Mario Piazza (12 giugno) e l’incontro-dibattito con Bruno Monguzzi (20 settembre), e le visite guidate, i laboratori didattici per bimbi e adulti. È tutto su www.centroculturalechiasso.ch.


Carlo Pedroli, Chiasso
Bruno Monguzzi, Chiasso Jazz Free Freedom, 2008 (trittico)

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