Illustrazione

Contro il peso della guerra, Tove diede vita ai Mumin

Iperborea ripubblica a colori le storie della famiglia di troll che, con poesia e ironia, affrontano la quotidianità. Anche quella di oggi

Tove Jansson con i Mumin
(WikiMedia)
6 febbraio 2023
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È inverno nella Valle dei Mumin (almeno lassù, ovunque si trovi), ma papà Mumin, mamma Mumin, il piccolo Mumin decidono che non andranno in letargo, in barba alle tradizioni dei loro antenati che si preparavano ai tre mesi di sonno mangiando puntuti aghi di pino e cellofanando lampadari. La famiglia di troll si avventura all’esterno della sua casupola per scoprire gioie e divertimenti della neve. Tuttavia, l’idea di abbandonare l’abitudine letargica per provarsi negli sport invernali non sembra rivelarsi buona. Brio invasato a parte.


Iperborea
Papà, mamma, piccolo Mumin e Grugnina

Storie di tutti i giorni, storie senza tempo

‘Mumin e le follie invernali’ è il primo dei 21 volumetti che la casa editrice Iperborea ha iniziato a pubblicare dal 2017. L’iniziativa editoriale si propone di ristampare (per la prima volta a colori) le avventure della famiglia Mumin, nata dalla fantasia di Tove Jansson (ci arriviamo). Finora, nella collana dedicata, Iperborea ha ristampato: ‘Mumin e la vita in famiglia’ (2018); ‘Mumin al mare’ (2018); ‘Mumin in riviera’ (2019); ‘Mumin e l’isola deserta’ (2019) e ‘Mumin si innamora’ (2022).

Nell’empireo dei personaggi letterari per bambini – anche quelli cresciutelli (forse soprattutto loro) – conosciuti in tutto il mondo, fra Pippi Calzelunghe, Pinocchio, il Piccolo principe, Oliver Twist (ne citiamo pochi e in ordine sparso) trova posto anche la famiglia Mumin con la fidanzatina Grugnina e un seguito di amici dai nomi tutti un programma: il giramondo Tabacco, il pasticcione Sniff, il devoto cugino Ombra, la dolce Mimla e la sua microscopica sorellina Mi, l’intrigante Puzzolo, il filosofo Spinello e i lontani parenti Fungarelli con il loro potere radiante.

A guardarli paiono degli ippopotami bianchi e bonaccioni; rispetto ai pachidermi però i Mumin sono davvero amichevoli. Sulla piazza da oltre settant’anni, la famiglia di troll che abita l’omonima valle nasce nel primo dopoguerra (era il 1945). Jansson crea un mondo lontano dai clangori della Seconda guerra mondiale, dalle sue dinamiche e distruzioni. Come un rifugio, lo avvolge di rassicurazione e normalità. Si dice che il primo Mumin messo su carta fosse una caricatura del filosofo Immanuel Kant. Del resto, l’autrice più volte ha raccontato che i troll sono ispirati a persone reali, soprattutto della sua cerchia familiare. Di là delle fonti d’ispirazione, i suoi personaggi – avventurosi, eccentrici, ospitali e poetici – vivono la quotidianità senza troppi patemi, sbrogliando impicci simili ai nostri: questo fa sì che le loro storie siano senza tempo e universali.

Protagoniste di una serie di libri per l’infanzia scritte e illustrate dall’autrice fra il 1945 e il 1980, le storie dei Mumin sono state tradotte in più di quaranta lingue. Vicende che hanno dato anche origine alle strisce diventate un classico di culto per la forza espressiva dei disegni e lo humour sottile con cui parlano a grandi e piccini. Scendendo da nord, le versioni in italiano dei romanzi si devono a Donatella Ziliotto, le strisce apparvero invece sulla rivista ‘Linus’, negli anni Sessanta.

Il loro successo non si è però limitato alla carta stampata, nel corso degli anni sono stati realizzati cartoni animati, serie televisive, film, spettacoli teatrali e d’opera.

Dama dell’ordine del sorriso

Nel 1975, Tove Jansson è – significativamente – nominata ‘dama dell’Ordine del sorriso’. Il riconoscimento, apriamo una parentesi, è un premio che i bambini assegnano (in Polonia dal 1968, nel resto del mondo dal 1979) agli adulti che si distinguono per il loro impegno per l’infanzia. E come dare torto ai bimbi che allora decidono di premiare Tove che, nel corso della sua vita, è insignita anche dell’Hans Christian Andersen Award (1966), noto come il piccolo premio Nobel. D’altronde, la stessa Jansson afferma che "senza un’infanzia felice non avrei mai incominciato a scrivere", dando all’età infantile un peso determinante per ciò che diventerà.

Senza alcuna presunzione di esaustività, ripercorriamo la vita piena della scrittrice e pittrice finlandese di lingua svedese. Tove nasce a Helsinki nel 1914, è agosto. Mamma e papà si guadagnano da vivere con l’arte – scultore lui, illustratrice lei – e Tove cresce in un ambiente dove creatività e fermento espressivo sono pane quotidiano, tanto che le sue prime illustrazioni vengono pubblicate in riviste per bambini quando ancora è un’adolescente. La strada per la pittura è segnata e il primo tratto lo percorre studiandola a Stoccolma (’30-’33), poi a Helsinki (’34-’36) e infine a Parigi (1938). Oltre a lavorare come illustratrice di volumi per bambini, Jansson – dagli anni Trenta ai Cinquanta – è disegnatrice per la rivista satirica ‘Garm’, dove i Mumin sono apparsi la prima volta. Continua anche a dipingere e si cimenta nella realizzazione di grandi opere pubbliche, come gli affreschi per l’ospedale pediatrico di Helsinki, per la scuola professionale di Kotka, per il municipio di Hamina. A testimonianza della sua bravura, tra gli anni 40 e i 70, le vengono dedicate diverse mostre personali.

Oltre all’attività figurativa, la creatrice dei troll è anche autrice di una dozzina di libri, fra cui tre destinati ai lettori adulti.

Mettiamo il punto a questa brevissima e lacunosa biografia con una curiosità. Jansson rifiutò Walt Disney: piuttosto che vendere le sue creature alla multinazionale, Tove e suo fratello Lars fondano la loro società, chiamata Moomin Characters.

Nel giugno del 2001, a 86 anni e malata di cancro, Tove muore a Helsinki.


Keystone
Alle numerose lettere che riceveva dai bambini, Tove Jansson rispondeva personalmente