Fotografia

La memoria negli occhi, le radici nella pietra

‘SwissRocks’ e ‘Moghegno-Monterey’ di Flavia Leuenberger Ceppi in mostra alle Settimane ticinesi organizzate dal Consolato svizzero a San Francisco

Sorelle Grisetti
(© Flavia Leuenberger Ceppi)
11 ottobre 2022
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Quanta storia può raccontare una fotografia? In certi casi possono essere pochi decisivi istanti, in altri anche più di cent’anni. Uno scatto può custodire la storia di una famiglia intera, come quella delle sorelle Grisetti e dei loro antenati che lasciarono il Ticino nel XIX secolo per compiere l’attraversata atlantica con la speranza di fare fortuna nelle Americhe.

Occasione

E di storie sono piene ‘SwissRocks’ e ‘Moghegno-Monterey’, le due mostre fotografiche di Flavia Leuenberger Ceppi che hanno compiuto la traversata atlantica, approdando a San Francisco, per partecipare alle manifestazioni legate alla Settimana della lingua italiana nel mondo (17-23 ottobre). Perché San Francisco? Il Consolato generale svizzero con sede nella metropoli nella California settentrionale, nell’ambito dell’iniziativa internazionale, ha organizzato le settimane ticinesi, con l’intento di far conoscere la nostra piccola realtà attraverso una serie di eventi (in calce, un paio di segnalazioni). Soprattutto, l’obiettivo è anche ripercorrere quel ponte "storico" costruito dal movimento migratorio, quando nell’Ottocento molti abitanti delle valli ticinesi prendevano e partivano per andare al di là dell’oceano in cerca di una vita meno grama. L’allestimento fotografico, organizzato in collaborazione dalla fotografa e dal Consolato generale svizzero, con il sostegno del Canton Ticino, verrà inaugurato il prossimo 14 ottobre negli spazi consolari Pier 17, lungo l’Embarcadero (‘If you’re going to San Francisco…’ per chi si trovasse da quelle parti o per chi decidesse di far qualcosa di diverso).

In questi giorni Flavia si trova negli Stati Uniti, "on the road", dove prenderà parte all’inaugurazione della sua mostra fra pochi giorni. Indugiamo in una manciata di notizie biografiche prima di darle la parola perché racconti i due progetti "espatriati". Nata a Lugano a metà anni Ottanta, la fotografa ticinese che da alcuni anni vive ad Arogno si è formata allo Csia di Lugano e dopo un periodo in cui ha lavorato nel laboratorio di Adriano Heitmann, si è lanciata nella professione come indipendente, affiancando alle committenze, lo sviluppo di progetti personali. Del 2015 è il primo premio nella categoria Ritratti allo Swiss Press Photo (www.flavia-leuenberger.ch).

Punto di partenza, punto di arrivo

La mostra propone venticinque fotografie collocate all’interno e all’esterno degli stabili di consolato e swissnex. «Per ‘SwissRocks’ la mia idea è stata quella di voler creare un contrasto visivo tra le splüi della Valle Bavona e la metropoli di San Francisco, un po’ come a voler riassumere in immagini un punto di partenza e un punto di arrivo dell’emigrazione ticinese: molte delle persone che lasciarono le nostre valli partirono proprio per la California», ha introdotto la fotografa. Dopo aver realizzato la serie di scatti «delle peculiari costruzioni sottosopra della valle», Flavia l’ha proposta al Consolato svizzero di San Francisco, che «ha accolto l’idea per poi inserirla nel contesto della Settimana della lingua italiana». Il concetto d’allestimento è stato concepito pensando «al discorso dell’emigrazione, decidendo di rafforzarlo. Da lì, si è deciso di includere una selezione di foto dal progetto ‘Moghegno-Monterey’, completando così il discorso con alcuni volti che testimoniano storie di emigrazione».

Flavia affronta ogni progetto partendo dalla ricerca (libri, brochure, siti internet), in questo caso «mirata a identificare alcune delle splüi più straordinarie della Val Bavona, penso agli orti pensili, alla splüia bèla in Val Calnègia, al telaio di Sabbione. Oltre ad avere una storia da raccontare, sono costruzioni magnifiche e sorprendenti da scoprire e contemplare, soprattutto per chi non è mai stato in Ticino o in Svizzera». Per ciò che riguarda ‘Moghegno-Monterey’, realizzato in più tappe con viaggi fra il 2013 e il 2018, prendendo quale fonte i volumi di Giorgio Cheda («quelli in cui vengono raccolte le lettere che gli emigrati scrivevano alle famiglie in Ticino») per rintracciare i cognomi degli espatriati, «ho spedito un centinaio di lettere, sperando che qualcuno aderisse al progetto, chi mi ha risposto era molto contento e orgoglioso di poter raccontare le sfide che dovettero affrontare i familiari nella nuova terra». Inizialmente non è stato evidente, ha raccontato, molta corrispondenza infatti tornò indietro perché non furono rintracciabili i destinatari. «La prima risposta alle tante lettere spedite in California nel 2013 è giunta da Gonzales, una piccola cittadina della contea di Monterey. La famiglia Franscioni ricevette la busta che indirizzai a Silvio Franscioni, che emigrò da Moghegno nel 1888», ha ricordato Leuenberger Ceppi.

In entrambi i progetti, forte è la valenza del viaggio, inteso come atto fisico ma anche intellettuale, quand’anche storico. Potrebbe essere anche il fine di ciò che proponi all’osservatore delle storie che racconti?, le chiediamo. «In un certo senso, sì. Posso immaginare che per un cittadino americano che non ha mai avuto la possibilità di viaggiare e di conseguenza di scoprire il mondo, poter vedere dei soggetti così particolari può contribuire a viaggiare con la mente e immaginarsi come doveva essere la vita quando la gente doveva riuscire a trovare un equilibrio per vivere in armonia con la natura».

L’altra Settimana

La Settimana della lingua italiana nel mondo è una manifestazione promossa dalla rete culturale e diplomatica di cui fa parte anche la Svizzera che si tiene ogni anno durante il mese di ottobre. Lo scopo è la diffusione della lingua e della cultura italiane. Oltre alla mostra fotografica, il programma delle Settimane ticinesi vedrà la partecipazione del poeta Fabiano Alborghetti, vincitore del Premio svizzero di letteratura 2018, e dello scrittore Fabio andina (vincitore del Prix du public Rts), che rappresenteranno il Ticino al Litquake Literature Festival, il più longevo di San Francisco. Lo storico cinema the Roxie ospiterà la proiezione di ‘Atlas’ (2021) di Niccolò Castelli e ‘Monte Verità’ (2021) di Stefan Jäger.